Zaia: “Essere omofobi è una patologia”

Intervenendo alla festa della Lega Romagna a Cervia, il governatore del Veneto Luca Zaia, ha toccato alcuni temi etici come i diritti Lgbt, l’interruzione volontaria della gravidanza e la legge sul fine vita, sottolineando come questi non debbano avere un colore politico, ma piuttosto essere discussi in modo più laico dalle istituzioni, senza far prevalere in modo ideologico le sensibilità personali.

Il governatore sostiene che “essere omofobi sia una patologia. Inutile perdere tempo a parlare di questa roba. Come centrodestra, non dobbiamo pensare che questi temi li debbano trattare solo quelli di sinistra“.

Ad esempio, spiega Zaia: “La mia posizione sull’aborto è ininfluente. Devo garantire come Istituzione il diritto di accedere all’interruzione di gravidanza. Serve un approccio laico, per cui è giusto rispettare le volontà di tutti. Sulle decisioni etiche, o prendiamo subito delle scelte, o lo faremo per necessità. Noi, sul fine vita, ad esempio, in Veneto non abbiamo fatto nessuna scelta controcorrente. Abbiamo dato una risposta, anche se siamo trattati da alcuni come fuori di testa. Una sentenza della Corte costituzionale dice che davanti a una situazione di non ritorno è comprensibile che il paziente possa pensare di gestire il fine vita. Non vi dirò mai come la penso io, ma siamo qui ad applicare le leggi. Qui non c’è nessuna promozione dell’eutanasia: davanti a una legge, si risponde”.

5 thoughts on “Zaia: “Essere omofobi è una patologia”

  1. L’omofobia come patologia mi sembra una affermazione un tantino fuori luogo. Bisognerebbe prima dire cosa si intende per omofobia, se è il rifiuto del diverso o se è il rifiuto di posizioni paritetiche tra etero e omo. Non è un tema semplice e definibile con uno slogan o una perentoria affermazione.

  2. Per me è una “patologia” se sfocia in violenza , offese e ostruzionismo. Specie se ci si concentra sugli individui.
    Un conto è non essere d’accordo con uno stile di vita, un’altro è avercela con le persone che praticano uno stile di vita diverso.

  3. Io posso tranquillamente, e di diritto, non essere d’accordo sull’omosessualità, ma non per questo se mi trovo davanti un omosessuale gli sputo, lo prendo a calci o lo offendo oppure mi rifiuto di vendergli qualcosa, di aiutarlo se in difficoltà e posso farlo.

  4. Una parola secondo me, è risolutiva: rispetto. Quando vi è rispetto, e questo viene applicato in modo costante e serio, problemi di questo genere, non esistono più. Gli orientamenti sessuali di ogni individuo sono sacrosanti e vanno accettati , sempre , quando manifestati nel civile rispetto comune.

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