Pnrr, Fitto nega i tagli. Ma un documento lo smentisce

Gli interventi previsti all’interno del Pnrr vanno avanti regolarmente. Non c’è nessuna interruzione rispetto a tutto ciò che è previsto”.

Lo ha detto il ministro degli Affari Europei, il plenipotenziario della Cabina di Regia dell’esecutivo per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Raffaele Fitto, quest’oggi nelle comunicazioni alle Camere sulla revisione decisa dal governo rispetto ad alcuni dei progetti contenuti nel Pnrr. “Le nuove misure individuate non saranno oggetto di definanziamento, andranno avanti regolarmente” ha aggiunto Fitto, spiegando che “il governo sta garantendo il finanziamento per tutti gli interventi, che restano garantiti”.

Nonostante le rassicurazioni dei giorni scorsi, e le parole di quest’oggi pronunciate dal ministro Fitto in Aula, che ha escluso un definanziamento, nell’ultimo rapporto del governo sul Pnrr vengono individuate misure da definanziare per 15,9 miliardi, senza specificarequali saranno gli strumenti e le modalità attraverso i quali sarà mutata la fonte di finanziamento delle risorse definanziate”. In sostanza, rileva il Servizio Studi del Parlamento, mancano le coperture alternative per i 16 miliardi di progetti tagliati dall’esecutivo. La definizione di tali strumenti e modalità, viceversa, si legge ancora nel dossier, “appare opportuna soprattutto con riguardo ai progetti che si trovano in stadio più avanzato, in ragione dei rischi di rallentamenti o incertezze attuative che potrebbero conseguire al mutamento del regime giuridico e finanziario e del sistema di rendicontazione cui tali misure sarebbero sottoposte”. Nondimeno, si legge ancora nel documento del Servizio Studi, tale determinazione “appare fondamentale, inoltre, al fine di verificare che le fonti alternative di finanziamento dispongano di una adeguata dotazione di competenza e di cassa nell’ambito del bilancio dello Stato”.

In particolare, nella riscrittura del Pnrr il governo ha modificato 144 progetti su 349, escludendo progetti per circa 16 miliardi di euro. Tra i progetti stralciati, e per cui mancano le coperture, come spiega il documento del Servizio Studi del Parlamento,figurano: interventi per valorizzazione del territorio e dell’efficienza energetica dei Comuni, per 6 miliardi di euro; progetti di rigenerazione urbana, per 3,3 miliardi; piani urbani integrati, per 2,5 miliardi; gestione del rischio di alluvione e del rischio idrogeologico, per 1,3 miliardi; idrogeno in settori hard-to-abate, per 1 miliardo; servizi e infrastrutture sociali di comunità, per 725 milioni; promozione di impianti innovativi, per 675 milioni; valorizzazione dei beni confiscati alle mafie, per 300 milioni; tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano, per 110 milioni.

“Ministro, ha detto che le critiche delle opposizioni non sono arrivate nel merito di misure concrete. Eccole. Avete deciso di cancellare i piani urbani integrati, di dire addio ai progetti di riqualificazione di Scampia, addio a Bari al parco della Rinascita al posto della fabbrica dell’amianto, addio a Fiumicino alla rigenerazione di un palazzetto dello sport che cade a pezzi, addio al polo scolastico del Ponente a Genova. Ci state rubando il futuro in modo molto concreto” è stato il duro attacco in Aula della segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein. Le cui critiche non hanno risparmiato nemmeno la presidente del Consiglio. “È sempre più evidente che vi siano due diverse Giorgia Meloni. Una che qualche giorno fa un video per annunciare la necessità di un grande piano di prevenzione del dissesto idrogeologico. E un’altra, quella che guida un governo che ha appena scelto di tagliare risorse destinate esattamente a questo scopo” ha detto la leader dem, che ha inoltre definito “lacrime di coccodrillo” quelle del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin sulla crisi climatica. Schlein ha poi aggiunto: “Ci avete fatto attendere dieci mesi queste modifiche del Pnrr sulle quali il Parlamento è stato esautorato, perché la governance prevede che non basti una comunicazione d’ufficio come quella di oggi, ma che serva un voto preventivo delle Camere” prima di una modifica del piano. “Avete passato dieci mesi a decidere la cancellazione di tanti progetti, spiegando che verranno rifinanziati successivamente, ma pensate di metterci dieci anni a realizzarli? Ci dovete spiegare cosa avete contro i Comuni visto che state scaricando tutto su di loro: dai tagli al Pnrr, all’accoglienza diffusa, fino alle procedure sul Reddito. Ci state rubando il futuro”.

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