In Emilia-Romagna la crisi climatica svela l’incuria del territorio

In Emilia-Romagna, l’alluvione che ha provocato l’esondazione di 21 fiumi, 13mila sfollati e 9 vittime, sta mostrando l’impreparazione dei nostri territori agli effetti del cambiamento climatico.

Un tema che non è nuovo ai cittadini emiliano-romagnoli, alla cui voce in queste ore si aggiunge quella di ambientalisti e ricercatori. Mauro Rossi, ricercatore dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche di Perugia, sull’alluvione in corso dichiara a Fanpage: “Sono caduti 200 mm di pioggia in 24 ore, un evento eccezionale. Abbiamo misurato l’indice di rarità e la relazione con le franosità. Si tratta di un effetto dei cambiamenti climatici: questi fenomeni stanno diventando sempre più frequenti”.

Cosa significa? A causa dei periodi sempre più prolungati di siccità, nonché dello sviluppo edilizio incontrollato, i terreni sono sempre più indeboliti e meno capaci di assorbire grandi quantità di pioggia in poche ore. A ciò si aggiunge, spiega Geopop, l’aumento della produzione di pioggia causato dal cambiamento climatico, al quale si contrappone il mancato adattamento dei letti dei fiumi che così straripano più facilmente.

Inoltre, è risaputo che l’Emilia-Romagna sia tra le prime regioni d’Italia con il più alto rischio di dissesto idrogeologico. Proprio per questi motivi, da anni si discute della necessità da parte delle istituzioni nazionali e regionali, di intervenire con un adeguato ed urgente adattamento dei territori, con una particolare cura dei letti di fiumi e torrenti.

Proprio sulla necessità di una migliore pianificazione del territorio, si era già espresso ad aprile scorso Massimo Bussandri, segretario della Cgil Emilia-Romagna: “In tema di interventi volti a prevenire il dissesto idrogeologico, l’utilizzo delle risorse messe a disposizione dal Pnrr, e in gran parte già acquisite, è un’occasione da non perdere per finanziare i molti interventi necessari su un territorio complesso come l’Emil Occorrerà tornare a riflettere sul tema del consumo di suolo, perché il fatto che esso continui a crescere anche nella nostra regione rischia di vanificare alcuni degli obiettivi del Patto per il Lavoro e per il Clima e di ripercuotersi anche su altre criticità di carattere ambientale. In tal senso, la programmazione di nuove coperture dentro e fuori le nostre città non può essere affrontata con leggerezza.”

10 thoughts on “In Emilia-Romagna la crisi climatica svela l’incuria del territorio

  1. Cari politici non diamo colpa al clima
    Che fanno circa 3000 in regione a stipendio da super
    E non facciamo nulla per salvaguardare il territorio
    Bisogna fare dei fatti e smettere di dare stipendio a chi non fa nulla peggio ancora durante le ore detto lavoro vanno in piscina in palestra ho fare la spesa
    Anche questo è il responsabile il clima!?????

  2. Sappiamo tutti che la regione Emilia Romagna e’ sempre stata politicamente sotto il potete prima del PCI, poi DS, Margherita e per finire PD.
    Cosa ha fatto questo partito anche con nomi diversi in 70 di governo comunista per mettere in sicurezza il territorio????
    E oggi colpevolizzano il governo di centro destra di queste alluvioni.

  3. …assessori e altre cariche inerenti all’urbanistica, mettendoci anche i sindaci di turno, che anche se non hanno colpe dirette, dovevano accertarsi di quello che gli veniva messo alla firma, in quanto hanno dato permessi a destra e a manca, a palazzinari senza scrupoli e soggetti affiliati, che non si sono fatti alcun problema a costruire dove non si poteva, ed i progettisti e geometri, sia del comune che della “ditta” che esegue materialmente i lavori, sanno che devono fare rilievi, sui terreni prima di portare avanti una costruzione, dove poi tanto ci vanno abitare dei poveri padri di famiglia….‼️
    Sicuramente gli “addetti” ai lavori si sono guardati bene di farsi la propria casa, in luoghi più che sicuri…‼️
    Più che un dato di fatto,
    Questo è…‼️
    Morammazzati….‼️

  4. Finché ci saranno gli ambientalisti radicali che fanno le barricate se qualcuno si permette di proporre il dragaggio dei fiumi, queste cose continueranno ad accadere. Loro si ritengono ambientalisti ma sono i primi che non permettono la salvaguardia del territorio e dell’ambiente.

  5. Ho la nausea del consumo del suolo ; se ne parla da decenni , ma nessun politico ha mai fatto in concreto NULLA per arrestarlo !!!
    I piani regolatori delle varie comunità li sviluppano di fatto i costruttori , altrimenti detti nella mia città “palazzinari”.
    Poi gli ipocriti piangono morti e danni !!
    Vergogna .

Lascia un commento