La Sampdoria retrocede. E teme lo spettro del fallimento

Era ormai una questione di tempo data la classifica, ma ieri sera, in chiusura della trentaquattresima giornata, con la sconfitta di Udine è arrivata la matematica certezza: la Sampdoria è la prima squadra retrocessa del campionato di Serie A 2022-2023.

Sette sconfitte nelle prime dieci giornate, poi la vittoria per 1-0 contro la Cremonese, quindi otto sconfitte nelle successive nove partite, con l’unica gioia del 2-1 contro il Sassuolo: la prima metà di campionato dei Blucerchiati è stata da incubo. Dalla ventunesima giornata, la Samp ha raccolto una vittoria, cinque pareggi e otto sconfitte: troppo poco per tentare una salvezza in extremis. Mentre i cugini del Genoa festeggiano la promozione in Serie A, il Doria torna nella serie cadetta a undici anni dall’ultima retrocessione, a dieci dall’ultima promozione nella massima serie.

Ma, se possibile, per i tifosi le cose potrebbe mettersi anche peggio. Infatti, sulla Sampdoria incombe lo spettro del fallimento.

Secondo il Tribunale di Genova, la Sampdoria ha debiti per oltre 200 milioni di euro. A marzo, il Tribunale ha accolto la misura della composizione negoziata presentata dal club insieme all’esperto nominato dalla Camera di Commercio, Eugenio Bissocoli, fissando in 120 giorni i termini che vietano ai creditori di presentare istanza di fallimento nei confronti della società. Le ‘misure di protezione’, temporanee, scadranno il 6 giugno, ed escludono i pagamenti dell’Irpef, che la Samp ha chiesto di rateizzare, e il pagamento degli stipendi, il cui prossimo termine è fissato al 16 maggio.  

Mentre la squadra rimane di proprietà della famiglia Ferrero, duramente contestata dai tifosi, in questi giorni è iniziato l’ultimo tentativo di salvezza della Sampdoria, guidato dal CdA blucerchiato, alla ricerca di investitori disposti a sottoscrivere il bond. Fallito l’obiettivo non scivolare in Serie B, ora la Samp deve evitare lo spettro della Serie D.

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