Bulgaria e Lettonia: il punto sulle elezioni estere

Gli italiani avevano espresso le proprie preferenze domenica 25 settembre, accordandole in buona parte (un voto su quattro) a Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Anche il fine settimana è stato caratterizzato da elezioni, ovviamente non nel nostro Paese, ma all’estero: sono andati alle urne i cittadini di Bulgaria, Lettonia e Bosnia. Ecco com’è andata.

Le elezioni anticipate hanno visto la vittoria del partito Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria dell’ex premier conservatore Boyko Borisov, che ha ottenuto circa il 25 per cento dei voti, mentre il primo ministro uscente, Kiril Petkov e il suo partito riformista Continuiamo il Cambiamento si sono fermati attorno al 20 per cento. Dietro ai due maggiori partiti c’è il Movimento per i Diritti e le Libertà, che rappresenta la minoranza turca ed è alleato di Borisov. Quarta forza il Partito Bulgaro Socialista, erede del partito comunista e con posizioni apertamente filo-russe. Seguono Leggermente inferiore il sostegno ricevuto dalla formazione ultranazionalista Rinascimento, anch’essa filorussa e a favore dell’uscita della Bulgaria dall’Ue e Nato.

Sostenitore delle sanzioni alla Russia e del rafforzamento della Nato, il primo ministro Krisjanis Karins rimarrà in carica in Lettonia. Nuova Unità, il partito di centrodestra da lui guidato, ha ottenuto il 19 per cento dei voti a spoglio ormai concluso. Karins dovrà cercare alleati, perché i partiti della maggioranza uscente hanno ottenuto 42 seggi in Parlamento su 100 (23 quelli di Nuova Unità).

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