Beppe Sala parte dalla Lombardia ma punta altrove, anche con Di Maio

La bandiera del nuovo centro sulla candidatura a Palazzo Lombardia come leva per contare di più alle politiche. E l’imprimatur di Beppe Sala sul nome, auspice Luigi Di Maio, con l’obiettivo di vincere a Milano per contare di più a Roma. “Adesso cambia tutto. Il ‘grande centro’ ha bisogno di due cose, un federatore e una vittoria politica. L’unico che li può tenere uniti sembra essere Beppe Sala. E per la vittoria, punteranno sulla Lombardia”. Il giorno dopo la scissione nel M5Sfonti qualificate del Pd a Palazzo Madama guardano a Milano e aprono dalla capitale economica del Paese i ragionamenti sulle politiche dell’anno prossimo.

Lo strappo di Di Maio mescola le carte e impone un ripensamento della strategia del ‘campo largo’, fortemente voluta dal segretario dem Enrico Letta. Ma “i tempi della politica sono lenti” e dare per scontato che la composita galassia centrista riesca a trovare l’unità potrebbe essere un errore. La lista degli ‘ex’ che affollano lo spazio moderato, infatti, è lunga. Forse troppo. Ci sono gli ex forzisti Toti Brugnaro, impegnati in un flirt continuo con la corrente governista degli azzurri, Gelmini e Brunetta in testa. Poi ci sono gli ex Pd, quelli di Italia Viva ma anche quelli di Azione +Europa. E ora anche gli ex M5S di Di Maio. Senza contare i ‘cespugli’ dei vari Tabacci e Lupi. “Troppi galli nel pollaio”, ragionano i dem al Senato. “La corsa per trovare un federatore è già partita”. E quel federatore sta a Palazzo Marino.

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