Il riconoscimento vocale di Spotify per tracciare le emozioni

La nota piattaforma streaming di musica Spotify ha depositato la scorsa primavera un brevetto per una tecnologia in grado di ascoltare le conversazioni degli utenti e raccomandare di conseguenza i contenuti musicali sulla base delle emozioni percepite dal tono della voce.

Il peculiare sistema di riconoscimento vocale, in particolare, sarebbe in grado di identificare lo stato emotivo degli utenti, ma anche età e genere. Immediata è stata la reazione di numerose organizzazioni, tra cui l’ong Access Now, che ha posto l’accento sui rischi rispetto alla violazione della privacy e a una possibile manipolazione emotiva degli utenti.

“Se questa tecnologia funzionasse, violerebbe i diritti degli individui alla privacy, alla non discriminazione e alla libertà di espressione” ha scritto Access Now in una lettera agli stakeholder della compagnia. “L’azienda ha affermato di non star utilizzando la tecnologia” spiega l’organizzazione, che però sottolinea che “anche se Spotify non dovesse far uso di questa tecnologia, potrebbe trarre profitto dagli strumenti di sorveglianza implementati da altre istituzioni. Qualsiasi uso di questa tecnologia è inaccettabile”.

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