Alluvione Emilia-Romagna, dopo un anno i primi rimborsi

Nel contesto dell’emergenza alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna nel maggio 2023, la lentezza nel processo di rimborsi alle persone danneggiate sta sollevando critiche e malcontento tra gli abitanti delle zone colpite.

Il Commissario Straordinario per l’alluvione, il generale Francesco Figliuolo, ha annunciato la firma dei primi assegni destinati alle vittime quasi un anno dopo l’evento. Tuttavia, il mancato rilascio di numeri precisi ha lasciato molte domande senza risposta. Nonostante le rassicurazioni sul funzionamento della macchina burocratica, le segnalazioni di lentezza nei rimborsi sono state numerose nei mesi precedenti.

Fin da subito, la Regione Emilia-Romagna ha quantificato i danni causati dall’alluvione, stimandoli a 8,8 miliardi di euro. Un primo decreto di aiuti è stato approvato, ma la sua efficacia è stata messa in discussione dalla difficoltà nel ricevere i rimborsi promessi. Erano stati promessi 2,2 miliardi di euro, poi ridotti a 1,6 miliardi di cui 620 milioni di euro per la cassa integrazione nelle aziende, 250 milioni per il sostegno ai lavoratori autonomi, 300 milioni per aiutare le esportazioni delle aziende.

Nell’autunno, il commissario Figliuolo ha finalmente individuato l’ammontare dei fondi disponibili per i rimborsi destinati ai privati, ossia alle persone incaricate di finanziare e completare i lavori di ristrutturazione delle proprie abitazioni. Complessivamente, sono stati stanziati 630 milioni di euro per i rimborsi diretti e ulteriori 700 milioni sotto forma di crediti d’imposta, sostanzialmente una riduzione delle tasse. Si è concordato che ogni singola persona può richiedere fino a un massimo di 20.000 euro, mentre per le aziende è fissato un limite di 40.000 euro.

Il sistema per richiedere i rimborsi è stato definito complicato e lento, aggravando ulteriormente le difficoltà dei cittadini colpiti. La piattaforma online “Sfinge“, creata per gestire le domande, ha registrato un scarso numero di richieste presentate, nonostante il periodo trascorso dalla disponibilità del servizio.

Secondo le ultime stime, le persone e le imprese coinvolte potrebbero essere molto più numerose rispetto a coloro che hanno presentato domande di rimborso. Tale ritardo ha comportato la necessità di rivisitare il meccanismo di presentazione delle domande, promettendo una nuova ordinanza per semplificare il processo.

Tuttavia, le promesse di miglioramento non hanno placato le critiche, specialmente riguardo al mancato rimborso dei beni mobili danneggiati. Questa mancanza di chiarezza e tempestività nei rimborsi sta causando ulteriori disagi e incertezze tra le vittime dell’alluvione.

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