L’ostinata ricerca di nemici e alleati di Matteo Renzi

Da Ursula von der Leyen a Dario Nardella. L’implacabilità di Matteo Renzi, abile nello scovare il nemico di turno come pochi altri al mondo, è trasversale. E con tutti usa lo stesso metro di valutazione, e per la verità la stessa valutazione: ‘Basta von der Leyen, basta Nardella’.

La presidente della Commissione europea, ha detto Renzi in un’intervista aLa Repubblica’, “ha fallito. Ha strizzato l’occhio a Viktor Orban, tentennato sulle riforme istituzionali e imposto un’ideologia green che ha distrutto le aziende. Forza Italia difende Ursula, io spero che salti”. A Firenze, invece, parlando del sindaco, peraltro candidato alle Europee col Partito Democratico, ha detto che “c’è un’emergenza sicurezza incredibile. Nell’ultima settimana nella zona limitrofa alla Stazione c’è stato un omicidio con accoltellamento, una maxirissa due giorni dopo e i commenti dei residenti sono increduli. A Firenze queste scene non le abbiamo mai viste. L’amministrazione comunale che verrà farebbe bene a concentrarsi sulla sicurezza e la vivibilità, altro che stadio e visibilità”.

D’altronde, la campagna del leader di Italia viva è glocal: è candidato alle Europee, ma anche in campagna elettorale per interposta candidata Stefania Saccardi, vicepresidente della Regione Toscana, a Firenze, per le amministrative. Alle elezioni comunitarie, ancora una volta, per Renzi e la sua Italia Viva c’è bisogno di un’alleanza per superare la soglia di sbarramento: nel 2022 trovò Carlo Calenda, che aveva i voti mentre Renzi aveva da offrire in cambio soprattutto parlamentari da far eleggere; oggi è il turno di Emma Bonino, con la quale Renzi ha costituito la lista degli ‘Stati Uniti d’Europa’. Una lista davvero di scopo. Quello di superare il 4%, per far eleggere qualche europarlamentare. Come con Calenda. Sicché se il giorno dopo le elezioni la lista di Renzi&Bonino scoppierà, a prescindere dal risultato, non sarà una notizia.

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