Gli attori italiani fanno causa a Netflix per i compensi irrisori

Dopo otto anni di trattative non andate a buon fine la cooperativa Artisti 7607, che tutela e gestisce i diritti di migliaia di attori e doppiatori in Italia e nel mondo, ha citato in giudizio Netflix presso il Tribunale civile di Roma per ottenere i compensi proporzionati e adeguati spettanti per legge ai propri artisti. Tra gli attori che fanno parte della cooperativa ci sono Elio Germano, Neri Marcorè, Paolo Calabresi, Claudio Santamaria, Michele Riondino, Carmen Giardina e Valerio Mastrandrea.

Netflix, non condividendo le informazioni su quante persone guardano un film o una serie tv, né sui ricavi che questi ottengono, riesce a versare arbitrariamente alle attrici e agli attori compensi definiti da loro irrisori.

Nonostante a novembre del 2021 l’Italia abbia recepito la direttiva europea sul copyright che ha sancito il diritto degli artisti a compensi “adeguati e proporzionati”, in assenza di un accordo tra gli attori e le piattaforme dovrebbe intervenire l’AgCom. Tuttavia, spiega la Repubblica, Artisti 7607 si è dovuta rivolgere al Tribunale civile perché il regolamento che assegna all’AgCom il ruolo di arbitro non è ancora operativo.

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