“Sono un alcolizzato triste”. L’intervista a cuore aperto di ‘Gazza’

Prima ero un ubriacone felice, ora sono un alcolista triste”. Queste le parole dell’ex calciatore Paul Gascoigne, che al podcast ‘High Performance’ ha rilasciato una lunga intervista. A tratti davvero straziante.

‘Gazza’, ex centrocampista inglese, vera e propria leggenda del calcio britannico, e non solo, perfetta definizione in campo e fuori di ‘genio e sregolatezza’, passato anche per l’Italia, dove ha indossato la maglia della Lazio, ha rilasciato un’intervista, nella quale ha parlato della sua carriera, ma anche del difficile momento che sta vivendo. “La gente conosce Paul Gascoigne, ma Gazza nessuno lo conosce, nemmeno io a volteCerco di non abbattermi, perché il mondo è già abbastanza giù e, quando sono davvero giù, è allora che prendo un drink per tirarmi su”.

Se voglio che la giornata sia brutta, vado al pub. Se voglio che sia una bella giornata, prendo la mia canna da pesca e vado a pescareEro un ubriaco felice. Non lo sono più. Sono un ubriaco triste. Non esco a bere. Bevo in casa”, ha confessato. Attualmente Gascoigne è tecnicamente un senzatetto, non ha una casa e vive nella stanza degli ospiti del suo manager. “Non credo di aver deluso nessun allenatore, né i giocatori, né i tifosi. Se c’è stato qualcuno che ho deluso, è me stesso”. ‘Gazza’ ha inoltre detto che ciò che gli manca di più è l’euforia di esibirsi in campo, davanti a migliaia di persone, anche a vent’anni da ritiro. “Per le cose che ho dovuto affrontare, sono fortunato a essere ancora qui. Ho passato tanti anni a terra, quando mi sono fatto i legamenti e poi la rotula, ho perso quattro anni di calcio”.

Oggi spesso Gascoigne è chiamato a parlare come relatore per condividere la sua esperienza nella lotta alla dipendenza. “Quando vado in questi posti, difficilmente parlo di calcio, più delle cose pazze che facevo. Devo subito farli ridere. Ci sono state alcune volte in cui ho pianto sul palco. Posso essere emotivamente debole. Non ci vuole molto per piangere, a volte. Tengo dentro un sacco di cose, cose che dovrei condividere, ma che ho paura di condividere con le persone. Non credo che crescerò mai. Il che non mi dispiace”. Rispetto alla battaglia per restare sobrio, ‘Gazza’ ha detto che “non è il bere, è il dopo. Dopo aver guardato il mio telefono e aver visto trnenta messaggi o chiamate perse, so di essere nei guai. Ma sto bene. L’anno scorso non è stato brillante. Non incolpo nessuno. Incolpavo molte persone quando bevevo. Quello che ho passato in prigione e in riabilitazione, sniffando cocaina dai sedili del cesso, e poi mi è stato chiesto di diventare ambasciatore per il mio Paese, non sapevo se ridere o piangere”, ha aggiunto. “Ho donato quasi un milione di sterline a dieci diversi enti di beneficenza e gli ho chiesto di non dirlo. Non mi sono mai arreso. Penso che il momento in cui mi arrenderò sarà quando sarò in una scatola di legno”.

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