Dopo la Sardegna il campo largo guarda ad Abruzzo e Basilicata

La vittoria in Sardegna di Alessandra Todde rilancia ovunque l’alleanza tra Movimento Cinque Stelle e Partito democratico. Come segnala Dario Franceschini: “La Sardegna indica che la strada imboccata tra mille difficoltà nel settembre 2019 era quella giusta. Ora va percorsa con convinzione e generosità”.

Non c’è da aspettare molto per rivedere l’alleanza all’opera: il 10 marzo ci sono le elezioni regionali in Abruzzo, dove il presidente uscente Marco Marsilio di Fratelli d’Italia è sfidato da Luciano D’Amico, professore ordinario di economia aziendale all’Università degli Studi di Teramo, di cui è stato anche rettore. D’Amico è sostenuto dal Patto per l’Abruzzo’, campo larghissimo che tiene insieme Pd, M5S, Azione e Italia viva. Da destra Marsilio invita alla calma, spiega che non c’è correlazione fra la Sardegna e l’Abruzzo, ma nel Pd l’entusiasmo è incontenibile. Per questo il partito di Elly Schlein vorrebbe ripetere l’alleanza anche in Basilicata alle elezioni regionali del 21 e 22 aprile.

Tuttavia, il Pd dovrebbe rinunciare alla candidatura dell’imprenditore Angelo Chiorazzo per trovare una candidatura unitaria gradita anche ai Cinque Stelle. Per il 2 marzo è stata convocata la direzione regionale del Pd della Basilicata con l’obiettivo di procedere nella direzione dell’accordo con il partito di Conte. La destra, invece, corre di nuovo il rischio di farsi del male da sola, in una Regione governata dall’italo-forzuto Vito Bardi, di recente messo in discussione da Matteo Salvini, che dopo aver perduto Christian Solinas in Sardegna ha iniziato ad avere dubbi su tutte le altre candidature espresse dagli alleati.

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