Trump condannato a pagare 345 milioni. Gonfiò i suoi asset

L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e due dei suoi figli, Donald Jr ed Eric, sono stati condannati a pagare 345 milioni di euro per aver gonfiato gli asset della holding di famiglia al fine di ottenere condizioni più favorevoli da banche e assicurazioni.

Il giudice del Tribunale newyorkese Arthur Engoron ha inoltre bandito Trump per tre anni dal fare affari o assumere ruoli apicali in qualsiasi azienda nello Stato di New York. Secondo Engoron, Trump ha presentatodati finanziari platealmente falsi”. I figli del tycoon, Donald Jr ed Eric, sono stati invece condannati a pagare 4 milioni ciascuno, ricevendo un divieto di due anni a occupare incarichi in qualsiasi compagnia newyorkese. Pronto a presentare ricorso, l’ex presidente ha definito la sentenza unafarsa totaleparte di unacaccia alle streghe”.

La Corte ha ritenuto credibile la testimonianza di Michael Cohen. “Ha raccontato la verità”, ha scritto nel provvedimento il giudice Engoron, riferendo che la testimonianza dell’ex avvocato tuttofare di Trump, che ha rivelato come funzionava il sistema per aggirare la legge utilizzato dal magnate, “è stata corroborata da numerose prove mostrate durante il processo”. Il passaggio sulla credibilità di Cohen è molto importante, in quanto potrebbe riverberarsi anche su un altro processo in corso nello Stato di New York, quello per cospirazione e frode, che vede l’ex presidente Trump accusato di aver comprato il silenzio della pornoattrice Stormy Daniels.

Oltre che per cospirazione e frode nel ‘caso Daniels’ e per frode sugli asset della holding di famiglia, nello Stato di New York, già condannato per abuso sessuale e diffamazione, l’ex presidente è anche sotto accusa per aver cercato di ribaltare l’esito elettorale nello Stato della Georgia, per la fuga di carte segrete ritrovate nella sua residenza di Mar-a-Lago in Florida e per aver provato a sovvertire il risultato delle elezioni del 2020 e l’ordine democratico statunitense nell’ambito dell’assalto a Capitol Hill.

Lascia un commento