Disturbi alimentari per 5 milioni in Italia, la metà è under 18

La sofferenza psicologica dei giovani ha molte facce, ma la più diffusa è quella dei disturbi del comportamento alimentare (Dca). “Anoressia, bulimia, disturbo dell’alimentazione incontrollata, ortoressia, vigoressia, disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo, sono malattie molto pericolose e una mancata cura comporta un aumentato rischio di morte. Il Dca, tra i disturbi psichici, è quello con il più elevato impatto sul corpo. Fortunatamente, però, si può guarire anche totalmente a condizione che ci sia una equipe preparata e specializzata su queste tematiche. Una cura fatta bene permette in due anni di risolvere il problema”. Parla alla Dire Leonardo Mendolicchio, responsabile della U.O. Riabilitazione dei Disturbi Alimentari e della Nutrizione di Auxologico, nonché autore di ‘Fragili. I nostri figli, generazione tradita’ (edito da Solferino).

I disturbi del comportamento alimentare (Dca) rappresentano un malessere che in Italia interessa più di 5 milioni di persone e la metà sono under 18, che senza cure possono solo peggiorare. In particolare, il 40% di incremento di queste patologie durante il Covid (2020-2023) ha riguardato soprattutto minori dai 10 ai 13 anni. Il ministero della Sanità l’ha definita un’epidemia che sta continuando a crescere al punto che i singoli centri specializzati in Italia hanno avuto un incremento di richieste di aiuto tra il 100 e il 200%.

Adesso la situazione si complica perché il fondo ad hoc di 25 milioni di euro ripartiti tra le regioni, con la legge di Bilancio per il 2022, non è stato inserito nella Manovra 2024. “L’intervento di Draghi era un fondo straordinario che aveva i giorni contati, la fine era prevista”, spiega Mendolicchio. “Tendenzialmente questi soldi sono stati utilizzati per implementare le attività dei centri già presenti in Italia e doveva riattivare i motori delle Regioni che hanno la competenza di capire cosa fare e dove investire i soldi nella Sanità. Ora l’obiettivo è capire se le Regioni hanno recepito l’importanza di questo settore e se riusciranno a rendere autonomi i percorsi per garantire le cure dei Disturbi del comportamento alimentare”.

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