Cop28, le molte ombre e le poche luci sulla bozza di accordo

La Cop28, la conferenza Onu sul clima in corso a Dubai, volge verso il termine.

Quest’anno l’annuale incontro sul clima è stato caratterizzato dalle polemiche, soprattutto per le prese di posizione dei Paesi dell’Opec, come l’Arabia Saudita, contrari a ogni accordo su riduzione o eliminazione dei combustibili fossili, principali responsabili della crisi climatica e del cambiamento climatico dovuto alle attività umane clima-alternanti. Nei giorni scorsi, durante il vertice, il presidente della delegazione organizzatrice dell’evento, l’emiratino Sultan Al Jaber, aveva detto che l’eliminazione dei combustibili fossili significherebbeun ritorno al tempo delle caverne, sollevando un vespaio di polemiche in tutto il mondo. Tanto che il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, aveva definito tali affermazioni assolutamente preoccupanti e sull’orlo del negazionismo climatico”.

Alla vigilia della conclusione del vertice, oggi è stata diffusa l’ultima bozza dell’accordo. E due elementi, su tutti, spiccano. Innanzitutto, è stato eliminato ogni riferimento alphase-out’, ossia all’eliminazione graduale dei combustibili fossili. Secondariamente, nucleare e impianti di cattura e stoccaggio della CO2 sono stati inclusi nelle tecnologie a emissione zero ritenute fondamentali per la transizione energetica.

Anche in questo caso, non sono mancate feroci critiche. Infatti, nella bozza non si parla diphase-out, dieliminazione graduale’, ma diphase-down’, diriduzione gradualedei combustibili fossili. Una differenza non di forma, ma di sostanza, voluta soprattutto da tre Paesi: Russia, Iran e Arabia Saudita. Tant’è, quest’oggi, il segretario generale dell’Onu Guterres ha precisato chePhase-out non vuol dire uscita allo stesso tempo di tutti i Paesi dai combustibili fossili”, aggiungendo che “nella corsa contro il tempo ho chiesto alle parti massima ambizione e flessibilità. Serve un compromesso per la soluzione”. Lo stesso numero uno delle Nazioni Unite è consapevole del tentativo di boicottaggio messo in piedi dai Paesi produttori ed esportatori di petrolio, tanto da aver voluto puntualizzare appena di ritorno da Dubai per il rush finale dei negoziati. Ampiamente controverso è anche il riferimento a due tecnologie, l’energia nucleare e le infrastrutture di abbattimento e rimozione della CO2, che a oggi sono ancora poco diffuse, estremamente costose e decisamente poco efficaci nella lotta alla crisi climatica. Nella bozza è poi presente un impegno a triplicare la capacità di energia rinnovabile nel mondo e a raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030.

Secondo il think tank italiano per il clima Ecco, difficilmente l’ultima bozza potrà davvero mettere d’accordo tutti i Paesi partecipanti al summit di Dubai. “Ci attendiamo il rigetto da più parti”, hanno infatti commentato gli esperti di Ecco. “Di fatto, la presidenza lascia aperta la porta a tutte le tecnologie senza scegliere una chiara direzione di viaggio. La bozza di fatto non sceglie e confonde, nonostante ponga l’accento su triplicare rinnovabili e raddoppiare efficienza”. Il rischio è che, come avvenuto in passato, i negoziati si prolunghino oltre il termine inizialmente programmato della conferenza, domani 12 dicembre. “Questa Cop sarà ancora lunga se la presidenza vorrà uscire con un testo di compromesso firmato da tutti”, si legge infatti in una nota di Ecco.

2 thoughts on “Cop28, le molte ombre e le poche luci sulla bozza di accordo

  1. Ma a loro non interessa di inquinare meno gli interessa quanto riescono a guadagnare. I soldi sono la benzina del mondo e noi siamo il motore. Leggete cosa è successo a nuova dehli. Però rompono le palle solo nel vecchio continente.

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