Hezbollah a fianco di Hamas contro il nemico comune

Dopo gli sconfinamenti di ieri, al confine Libano-Israele (mentre imperversava l’Operazione Tempesta di al-Aqsa), gli Hezbollah oggi ostentano sicurezza: dichiarano che la situazione lungo la Linea Blu, di demarcazione tra Libano e Israele, “è calma” e “non ci sono segnali di inasprimento militare”. In mattinata, hanno anche detto di aver ristabilito una postazione nella zona di confine, la stessa che era stata distrutta da colpi di artiglieria sparati da Israele in reazione al lancio di razzi dei jihadisti sciiti filoiraniani.

C’è l’Iran, infatti, e da sempre, nella storia di Hezbollah. È come una grande ombra che si staglia alle spalle del partito-milizia insediatosi nel sud del Libano e fondato nel 1982. Il loro leader, Hassan Nasrallah, solo pochi giorni fa, aveva detto in un discorso pubblico che il suo movimento era pronto a scatenare una vasta offensiva contro Israele. E già ieri si è subito sottolineato come la data scelta da Hamas per lanciare l’attacco rievoca il cinquantesimo anniversario della Guerra dello Yom Kippur (ottobre 1973), quando Israele fu colto di sorpresa, allora come ieri, da un’azione coordinata e fulminea (in quel caso, di Egitto e Siria).

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