Spot Esselunga, il creatore: “È famiglia dei nostri tempi”

Da giorni una pubblicità sta facendo discutere tutta Italia, politica compresa. Si tratta dello spot di Esselunga, in cui è protagonista una famiglia in cui i genitori sono separati. Non la classica ‘famiglia del Mulino Bianco’, insomma, perché “quello era l’esempio della famiglia perfetta a quei tempi. Il nostro è il racconto di un altro tipo di famiglia”.

A parlare dello spot è stato Luca Lorenzini, cofondatore con Luca Pannese dell’agenzia creativa Small, nata quattro anni fa, con sede a New York. Lorenzini è l’ideatore dello spot di Esselunga e ieri in due interviste, a ‘La Repubblica’ e ‘La Stampa’, ha confessato che “forse a questa storia si sta dando una lettura con un messaggio più profondo di quello che volevamo. Tutti messaggi importanti, ma il nostro, alla fine, era semplicissimo. Pensiamo di aver fatto un buon prodotto, perché quando un prodotto riesce a suscitare emozioni è un buon prodotto”.

Di solito vediamo la famiglia felice classica, che si alza al mattino, tutti fanno colazione assieme, sono felici e uniti. Di famiglie così ce ne sono tante. Noi abbiamo deciso di raccontarne un’altra, che non è irreale. Genitori separati li conosciamo tutti, se non lo siamo noi stessi” ha spiegato il pubblicitario, sottolineando che l’intenzione dello spot non era certo quello di difendere la famiglia tradizionale. “Siamo partiti dal concetto che il nostro cliente ci ha chiesto: ‘Non c’è una spesa che non sia importante’. Abbiamo pensato di mettere al centro del racconto i consumatori, chi sono, le loro vite e di farlo con una narrazione diversa da quella tipica delle pubblicità italiane. Forse perché viviamo a New York, lavoriamo con clienti di tutto il mondo e vediamo un altro modo di raccontare la quotidianità”. Il pubblicitario ha proseguito: “Siamo partiti da una idea con il nostro cliente e da una richiesta, abbiamo pensato a come sviluppare un racconto molto cinematografico e lungo, due minuti sono fuori dai canoni classici della pubblicità, e abbiamo pensato alla pesca come spunto di un racconto. Potevano esserci molti altri spunti e molte altre storie, magari ce ne saranno”.

Lorenzini ha poi aggiunto: “Abbiamo notato come molti abbiano interpretato lo spot in base alla loro esperienza personale. Abbiamo ricevuto decine di messaggi di persone ormai adulte che ci hanno detto: ‘Io facevo la stessa cosa, mi sono rivisto in quella bambina’. Quindi pensiamo di aver raccontato una storia verosimile”. Inoltre, “in altri messaggi, ricevuti da coppie divorziate, ci hanno detto: finalmente qualcuno che parla di noi”.

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