ChatGPT bloccata in tutta Italia. A rischio la privacy

Il Garante per la protezione dei dati personali ha imposto uno ‘stop’ immediato all’applicazione di intelligenza artificiatile relazione ChatGPT, che permette di simulare ed elaborare le conversazioni umane.

La decisione è stata presa in quanto il Garante ha rilevato gravi violazioni della disciplina sulla privacy. In particolare, manca un’adeguata informazione agli utenti su come vengono trattati i dati raccolti da OpenAI, società statunitense di sviluppo dell’applicazione, nei cui confronti è stata aperta un’istruttoria. Inoltre, e forse ancor più importante, manca una base giuridica che giustifichi raccolta e conservazione dei dati personali. Non di meno, il Garante ritiene insufficienti i filtri per verificare l’età, impedendo come da policy l’utilizzo del servizio ai minori di 13 anni.

Da mesi ChatGPT è sotto la lente di ingrandimento di esperti e attivisti, non solo per i problemi relativi alla privacy (una decina di giorni fa OpenAI ha subito un’importante perdita di dati riguardanti le conversazioni dei propri utenti), ma anche per le implicazioni democratiche e sociali delle tecnologie dell’intelligenza artificiale.

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