Libano, da ottobre senza presidente: i partiti non trovano l’accordo

Decine di persone sono tornate in piazza oggi a Beirut, capitale di un Paese prostrato, alle prese con la peggiore crisi economica e sociale della sua storia. A cui si aggiunge uno stallo istituzionale prolungato a causa dell’assenza di un governo nel pieno dei suoi poteri. A una situazione già di per sé compromessa si è aggiunta un’altra, grave lacuna: il seggio vuoto del presidente della Repubblica, carica vacante da tre mesi – dopo la fine del mandato di Michel Aoun, capo dello Stato dal 2016 al 2022 (ha lasciato l’incarico il 31 ottobre scorso).

La manifestazione si è svolta poco lontano dal Parlamento ed è stata indetta per esprimere solidarietà a due deputati, Najat Aoun Saliba e Melhem Khalaf, espressione del movimento di protesta del 2019, che hanno deciso di passare la notte nell’emiciclo per chiedere l’elezione urgente del presidente.

La decisione era stata presa ieri dopo la conclusione dell’11ma seduta parlamentare per l’elezione del presidente, conclusasi – come previsto – con l’ennesima fumata nera. I principali gruppi parlamentari, espressione dei partiti politico-confessionali locali, sostenuti a loro volta dalle diverse potenze regionali e internazionali, non hanno ancora raggiunto un accordo per l’elezione di un candidato “di consenso”. Al primo turno è necessaria una maggioranza qualificata di due terzi (86 su 128 voti), mentre al secondo è sufficiente una maggioranza semplice (65 voti).

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