Svolta di Just Eat, ecco come assumerà i rider

Just Eat assume i suoi rider. E’ una svolta epocale per il settore. Per la prima volta in Italia, dopo una negoziazione avvenuta tra tutte le parti sociali, una multinazionale del food delivery ha firmato ieri un contratto che porta la figura del fattorino all’interno del Contratto Collettivo Nazionale della Logistica.

I rider saranno tutti assunti finalmente con un contratto di lavoro vero diventando dipendenti e avranno piene tutele.

Ai ciclofattorini sarà riconosciuta una paga oraria, un monte ore garantito in fasce a tempo indeterminato per chi già lavorava con l’azienda ferie, malattia, mensilità aggiuntive, Tfr, congedo parentale, assegni familiari, maggiorazioni, premi di produzione, rimborsi per i mezzi, permessi, assicurazioni e diritti sindacali.

La firma, avvenuta ieri, è arrivata dopo le mobilitazioni nazionali di venerdì e come risultatod un lungo processo di apertura e dialogo da parte dell’azoenda con le parti sociali.

12 thoughts on “Svolta di Just Eat, ecco come assumerà i rider

  1. bene, le pizze arriveranno calde e non mezze mangiate, speriamo che assumano italiani però, che le risorse sono così affamate che si ingozzano del nostro cibo

  2. Purtroppo Alessio tu sei solo un teorico, probabilmente anche molto giovane, ed evidentemente non conosci affatto certe realtà. Quello che dici è condivisibile, ma fino ad un certo punto.
    Hai mai parlato con questi lavoratori? O con quelli impiegati nei call center? Alle condizioni di fame e di assoluta soggezione contrattuale in cui sono costretti a lavorare, perché non riescono a trovare altro in giro? Ma certo, per te il mondo è solo bianco o nero, meritevoli o no, per il resto, sono sufficienti due fette di prosciutto sugli occhi….

  3. Alle condizioni attuali il merito viene premiato là dove c’è meritocrazia e libera concorrenza.
    Per me vanno avanti i capaci, gli altri se vogliono avere un futuro migliore si devono migliorare, altrimenti la concorrenza li ostacola

  4. “I rider sono sfruttati.” Questa è la narrazione mediatica derivata dai sindacalisti, eppure anche persone di sinistra che conosco e conoscono a loro volta dei rider concordano con il rider che abbiano intervistato: fanno una vita dignitosa e non sono sfruttati. Non sappiamo perché ci sia un movimento sindacale così radicale nonostante, tutto sommato, si stia bene. Sappiamo, però, che deriva dall’antico vizietto statalista italiano, quello per cui “lo Stato siamo noi tutti quindi possiamo imporre a loro, i padroni cattivi, le condizioni” Personalmente ritengo sensate alcune richieste dei rider. Tutte hanno, in comune, di essere seguite da almeno una compagnia del settore.

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