L’ambasciatore dei Mondiali in Qatar: “L’omosessualità è una malattia”

Essere gay è haram ed è una malattia mentale. Molte cose entreranno nel Paese, come gli omosessuali. Tutti accetteranno che vengano qui, ma loro dovranno accettare le nostre regole”. Lo ha dichiarato l’ambasciatore dei Mondiali di calcio in Qatar, Khalid Salman, nel corso di un’intervista alla televisione tedesca Zdf, che ha curato il reportage “Geheimsache Qatar”. Successivamente l’intervista è stata interrotta dal portavoce del Comitato organizzatore dei Mondiali.

Quello dell’omosessualità dei tifosi che arriveranno in Qatar in occasione dei Mondiali è un tema caldo, fin dall’assegnazione al Paese arabico della manifestazione calcistica, che inizierà tra pochi giorni. “Il Qatar e i Paesi limitrofi sono molto conservatori e chiediamo ai tifosi rispetto. Siamo sicuri che lo faranno, così come noi rispettiamo le diverse culture, speriamo che lo sia anche la nostra”. Lo aveva dichiarato lo scorso dicembre Nasser Al-Khater, presidente del comitato organizzatore, invitando i tifosi a evitare “manifestazioni pubbliche di affetto”. A fine settembre, la comunità Lgbtq+ ha chiesto un intervento dell’Occidente per chiedere la depenalizzazione di gesti come il tenersi per mano o il baciarsi.

E a ottobre l’ex calciatore inglese Gary Lineker ha detto di sperare che qualche giocatore possa fare coming out nel corso della manifestazione, per lanciare un forte segnale al Qatar e, più in generale, al mondo del pallone, dove l’omosessualità rimane un tabù.

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