Il nodo dei neo-eletti alla vigilia del congresso del Pd

C’è chi dice che “è arrivato il momento di scioglierlo”, Rosy Bindi. Per qualcun altro va difeso da chi lo vuole “disintegrare”, Luigi Zanda. In mezzo c’è chi anche chi chiede di ritrovare e ricostruire la “riconoscibilità” perduta, Gianni Cuperlo.

Resta il fatto che, nonostante l’innegabile sconfitta elettorale, il Pd è il secondo partito italiano e ora si dice pronto, almeno così sostiene il segretario dimissionario Enrico Letta, a “organizzare un’opposizione seria alla destra”.

Intanto la macchina del congresso si è messa in moto. […] Dal presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e la sua vice, neo-letta deputata, Elly Schlein, agli autocandidati Paola De Micheli e Matteo Riccisi moltiplicano gli aspiranti successori a Letta. […]

La stagione congressuale, però, rischia di essere superato dalla carica dei neoeletti in Parlamento: […] una quindicina di parlamentari, infatti, circa il 10% degli eletti, non risponde a nessuna delle correnti dem.

Il Pd, dunque, arriverà al congresso con gruppi parlamentari non pienamente allineati, con eletti estranei alle logiche correntizie. Un ‘avviso’ agli aspiranti segretari: gestire il rapporto con gli eletti sarà fondamentale per rilanciare l’azione del partito.

In più, occorre guardarsi dai possibili competitor, come il Movimento Cinque Stelle.

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