Una spia russa nella base Nato di Napoli per quasi 10 anni

Per quasi dieci anni ha vissuto sotto copertura come spia russa presso la base della Nato di Napoli. È la storia di Maria Adela Kuhfeldt Rivera, presentatasi come una donna nata in Perù da padre tedesco e a lungo infiltrata tra il personale del quartier generale dell’Alleanza Atlantica e della VI Flotta statunitense.

La sua vicenda è stata portata alla luce da Repubblica, che per dieci mesi ha condotto un’inchiesta in collaborazione con il sito investigativo Bellingcat, il settimanale Der Spiegel e The Insider.

La traccia principale che la collega ai servizi segreti di Mosca è il passaporto russo che ha usato per entrare in Italia, appartenente alla stessa serie speciale utilizzata dagli 007 del Gru (l’intelligence militare agli ordini del Cremlino). Poi il nome falso, come già si era scoperto in Sudamerica negli anni passati (il suo attestato di battesimo era stato emesso da una parrocchia costruita nove anni dopo la data che reca).

Il suo percorso di infiltrazione in Europa è iniziato più di dieci anni fa. Dal 2009 al 2011 si è spostata tra Roma e Malta, poi si è stanziata a Parigi dove ha registrato una società di gioielleria con il marchio Serein. Dopo i primi anni di ambientazione in Occidente, pronta per compiere la sua missione nel nostro paese, si è trasferita ad Ostia in qualità di studentessa e anche qui, nel 2013, ha dato vita alla Serein Srl per confezionare gioielli.

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