Tennis, non solo Berrettini e Sinner: chi sono i baby talenti azzurri

La classe 2003 del tennis ha già sfornato due baby fenomeni, capaci di imporsi al grande pubblico: lo spagnolo Carlos Alcaraz, destinato a dominare la scena per il prossimo decennio, e il danese Holger Rune, che ha già all’attivo la vittoria di un torneo a Monaco. Due campioncini affermati, di appena 19 anni, su cui c’è poco da aggiungere, se non godersene la piena maturazione. Ma alle loro spalle c’è un coetaneo, il terzo nel ranking di quell’anno di nascita: è il pesarese Luca Nardi. Ancora lontano da quei livelli, intanto occupa, in maniera stabile, una posizione tra i primi 200. Non è cosa da poco. Alla sua età, per dire, Matteo Berrettini gravitava tra la 500esima e la 600esima posizione nella classifica Atp. Oggi è il simbolo dell’Italia, regalandosi e regalandoci il sogno di una finale a Wimbledon.

Berrettini rappresenta, insieme a Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, il presente e il futuro del tennis italiano. Lo sguardo all’orizzonte diventa ancora più incoraggiante, perché si scorge un altro pezzo della meglio gioventù, al momento meno mediatico, che mai come in questi anni sta esprimendo atleti di grande classe. Nardi è solo il più giovane. Tanti altri più “vecchi”, appena di qualche mese, stanno facendo vedere qualità niente male.

La scuola romana sta producendo due atleti, pronti a seguire le orme di Matteo. Flavio Cobolli e Giulio Zeppieri, nati rispettivamente nel 2002 e del 2001, si stanno avvicinando pian piano all’ingresso nella top 100.

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