È italiano il primo orto spaziale a seimila chilometri dalla Terra

L’orto spaziale inizia le sue coltivazioni in orbita grazie al progetto GreenCube coordinato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), nell’ambito del quale l’Università Sapienza di Roma, con la collaborazione dell’ENEA e dell’Università Federico II di Napoli, ha realizzato un nano-satellite dedicato alla coltivazione di micro-ortaggi nello spazio, oltre le orbite basse.

Il piccolissimo satellite, che misura 10 x 10 x 30 cm, è arrivato nello spazio con il lancio di qualifica del nuovo vettore Vega-C dell’ESA, partito dalla base spaziale di Kourou (Guyana francese) il 13 luglio scorso. Dopo l’immissione in orbita, è stata svolta la verifica del corretto funzionamento di tutti i sottosistemi di bordo e la temperatura interna alla camera di crescita è stata gradualmente portata a livelli compatibili con la crescita delle piante.

Avendo concluso con successo la prima fase delle attività spaziali e avendo stabilizzato la temperatura all’interno della camera di crescita, è stato ora avviato l’esperimento di coltivazione in orbita. Tramite l’invio di comandi da terra, i semi di crescione inseriti nel substrato di crescita e finora mantenuti dormienti, sono stati irrigati per far partire la fase di germinazione.

Il ciclo di crescita durerà tra i 15 e i 20 giorni e permetterà di comprendere la risposta delle piante alle condizioni di stress estremo che caratterizzano l’orbita in cui si trova GreenCube.

Lascia un commento