A Milano il settore culturale ha perso 33,8 milioni in sei mesi

“Non dobbiamo avere paura di considera le imprese culturali come un comparto industriale e lavorativo”. Si è concluso così l’intervento dell’assessore alla cultura del comune di Milano, Tommaso Sacchi, alla presentazione dei risultati della ricerca relativa all’impatto della pandemia sulle imprese culturali milanesi condotta dalla direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo in collaborazione con Palazzo Marino.

Le imprese culturali vanno studiate e vanno offerti loro strumenti di sostegno dalle istituzioni ma anche i privati possono e devono fare la loro parte. La pandemia ha messo a dura prova il settore causando moltissimi problemi ai lavoratori dello spettacolo. Nel 2020 il numero di lavoratori del settore con almeno una giornata retribuita nell’anno è risultato pari a 261.799, con una retribuzione media annua di 10.492 euro e un numero medio annuo di 91 giornate retribuite (dati Inps).

In generale le attività più colpite sono quelle della produzione (produttori di contenuti); in termini dimensionali hanno sofferto soprattutto i soggetti più piccoli. In termini di specializzazione invece si osserva per l’ambito 1 un impatto maggiore per il settore delle Arti visive/musei/design (dove la presenza di musei/case museo, incide pesantemente sulle spese di mantenimento). Per quanto riguarda l’ambito 2, soffrono di più i soggetti di Musica/danza e Teatro/cinema.

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