L’università Bicocca cancella il corso di Paolo Nori su Dostoevskij

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“Sono arrivato a casa e ho aperto il pc e ho visto una mail che arrivava dalla Bicocca (università di Milano, ndr). Diceva ‘Caro professore, stamattina il prorettore alla didattica mi ha comunicato la decisione presa con la rettrice di rimandare il percorso su Dostoevskij. Lo scopo è quello dì evitare ogni forma dì polemica soprattutto interna in quanto momento dì forte tensione”. Sono le parole dello scrittore originario di Parma, Paolo Nori, che senza trattenere le lacrime ha annunciato su Instagram la decisione dell’ateneo milanese.

Paolo Nori avrebbe dovuto tenere, a partire dal prossimo mercoledì, un corso in quattro lezioni gratuite e aperte a tutti dedicate allo scrittore russo Fëdor Michajlovič Dostoevskij, su cui lo stesso Nori ha pubblicato nel 2021 l’ultimo suo libro, ‘Sanguina ancora. L’incredibile vita di Fëdor M. Dostoevskij‘.

“Io – continua Nori su Instagram – trovo che quello che sta succedendo in Ucraina sia una cosa orribile e mi viene da piangere solo a pensarci. Ma quello che sta succedendo in Italia oggi, queste cose qua, sono cose ridicole: censurare un corso è ridicolo“. Proprio ora che c’è la guerra in Ucraina, secondo Nori, bisognerebbe parlare di più di questi temi.

E voi da che parte state? La scelta dell’università milanese è giusta oppure ha ragione lo scrittore Nori?

15 thoughts on “L’università Bicocca cancella il corso di Paolo Nori su Dostoevskij

    1. Una “distanza”, come avviene sul calcio, l’automobilismo, etc. ci vuole e forse è doverosa. Senza contare il fatto che perlomeno io e credo ce ne siano tanti come me, sarei disposto per quel 50% di gas che arriva dalla Russia a stare un giorno si l’altro no al freddo! Ma sul serio! Questo per non condividere la “parte russa” con l’occidente, ovviamente non c’entra nulla il drammaturgo o lo sportivo, neanche molti russi, ma è un discorso più profondo è prendere una posizione su quei morti -gratuiti- per sete di potere! Al Putin non interessa ne il gas, ne il grano, ne tantomeno la Nato, ma interessa di avere ciò che a noi serve per creare sudditanza e ricatto! Noi pagheremo uno “scotto” per le nostre azioni volte a redimere ciò ma per ora non ci serve neanche il drammaturgo, neanche la cultura, ovvero nulla di quel folle! Teniamo duro ancora di più degli ostinati Ucraini (con la “U” maiuscola) diamo un senso alle parole di bontà, fratellanza, ripudio della guerra, sacrifichiamoci in prima persona per onorare il prossimo e diamo infine un senso sempre vivo per quei milioni di morti della seconda guerra mondiale che si sono sacrificati per farci dire liberamente viva il Rosso viva il Nero, basta con le armi, tantomeno con la paura di essere minacciati, e senza essere rinchiusi come succede ora in Russia per manifestazioni contro la guerra per la PACE e potrei continuare…

  1. Si inizia fermando un corso si prosegue bandendo uno scrittore si finisce bruciando libri. Non l’abbiamo studiata la storia o siamo così ciechi da non vedere che si ripetono sempre gli stessi errori ?!

  2. Per due motivi: il primo è perché gli italiani siamo un popolo di spaghetti e maccheroni (idioti fino all’osso) e secondo per ci vogliono ancora più ignoranti per poterci manipolare come vogliono

  3. Assurdo 🤦‍♀️
    Sai quanto gliene importa a Putin…
    Ma per una volta che sia una, potremmo comportarci seriamente e smetterla di fare le scimmie ammaestrate?! Cosa diavolo c’entra la cultura, l’arte, la musica e tutto ciò che di positivo e di bello c’è e al quale attingere ed apprendere. Non si può condannare una intera nazione ed il suo popolo indistintamente, perché governati da uno squilibrato guerrafondaio!
    Cosa c’entra Dostoevskij? Cosa ha da spartire con Putin, cosa?

  4. I cinesi bisognava tutelarli con lo slogan “abbraccia un cinese” mentre i Russi vanno tutti “ghettizzati”?!? Anche la letteratura russa?!? Italia sempre più discriminante!!!

  5. Questa presa di posizione politica è uno schifo senza precedenti. Chi ferma la cultura in nome della politica andrebbe bruciato in piazza come si faceva coi libri.

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