Il caro energia può costarci un punto di Pil

Tra gli innumerevoli riflessi della guerra in Ucraina ci sono indubbiamente quelli economici, con ovvie ripercussioni sulle importazioni di gas naturale dalla Russia, anche per l’Italia.

Secondo il Centro studi di Unimpresa, in particolare, rispetto al caro energia il nostro Paese è destinato a dover fare i conti con “un triplo danno economico: per la generazione di energia elettrica, per il riscaldamento delle abitazioni e sul fronte produttivo per le imprese energivore”. Come spiega il presidente onorario di Unimpresa Paolo Longobardi, “l’aumento assai rilevante del prezzo delle materie prime energetiche aggredirà la nostra economia su tre distinti fronti, e nessun altro Paese europeo subirà conseguenze rilevante come l’Italia”, che rischia addirittura di perdere un punto percentuale di Pil nel 2022.

Il nostro Paese, sottolinea Unimpresa, ha infatti un consumo annuo di 70-80 miliardi di metri cubi di gas e 18 miliardi di metri cubi di stoccaggio, e la gran parte del gas naturale usato dall’Italia viene importato, con la Russia come prima fonte di provenienza.

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