Sulle Alpi svizzere nevicano trilioni di nanoplastiche

Sulle Alpi della Svizzera, al confine con l’Italia, ogni anno cadono circa 43 trilioni di particelle di nanoplastica, alcune delle quali dopo aver viaggiato nell’aria per oltre 2mila km.

A dirlo è uno studio condotto da Dominik Brunner, il direttore dell’Empa, il Laboratorio Federale di Prova dei Materiali e di Ricerca della Svizzera, in collaborazione con l’Università di Utrecht e l’Istituto Centrale Austriaco di Meteorologia e Geofisica: si tratta della più accurata ricerca in materia di inquinamento atmosferico da nanoplastiche mai realizzata.

Secondo lo studio, il 30% delle particelle nanoplastiche ritrovate sulle Alpi svizzere proviene da un raggio di 200km, principalmente dalle città vicine, mentre un 10% delle particelle sono state trasportate dal vento e dalle intemperie sulle montagne dopo un viaggio di oltre 2000km, alcune dall’Oceano Atlantico.

A oggi nel mondo, secondo le stime, sono state prodotte oltre 8.300 milioni di tonnellate di plastica: di queste, il 60% è ora un rifiuto.

6 thoughts on “Sulle Alpi svizzere nevicano trilioni di nanoplastiche

  1. Dovremmo tornare alle origini ….quando non si produceva plastica….o trovare soluzioni per evitarne la polverizzazione ma comunque sicuramente una drastica produzione di plastica

  2. La raccolta e la riutilizzabilita della plastica attraverso la sua trasformazione è fondamentale per evitare l’inquinamento e si abbattono i costi di produzione di ulteriore plastica. È necessario produrre merci di plastica di lunga durata e limitare quelle di breve durata.

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