Perché il numero di attacchi ransomware è in aumento?

Da Regione Lazio alla SIAE, il numero di attacchi ransomware, con cui i criminali informatici bloccano diversi servizi chiedendo poi un riscatto, è in costante aumento, tanto nel nostro Paese che in tutto il mondo.

“Gli attacchi ransomware non sono una cosa nuova, esistono da quasi vent’anni, solo che prima non avvenivano su così larga scala” spiega l’esperto di cyber security Eugene Kaspersky. “Ora, però, la pandemia ha colpito duramente anche gli interessi delle organizzazioni criminali, che ostacolate dai lockdown si dedicano di più a questo tipo di crimini online per incassare cripto valute”.

“Diversi report ci dicono che, quando sono state costrette a far lavorare i propri dipendenti da casa, le piccole, medie e grandi imprese spesso non sono state in grado di garantire lo stesso livello di sicurezza informatica che offrivano sul posto di lavoro, per poi subire attacchi ai loro network tramite brecce aperte nei computer casalinghi dei loro dipendenti” prosegue Kaspersky. Il cui “consiglio è installare un buon software di cyber security e di tenere sempre il cervello ‘acceso’: non fidatevi di chiunque in rete, non fate clic su qualsiasi link e se ricevete un’e-mail che non vi aspettavate, anche da una persona conosciuta, fate una telefonata per verificare. Almeno in questo caso, essere po’ paranoici non è una cattiva idea”.

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