Libertà di stampa, l’Italia nel 2024 perde cinque posizioni per il caso Angelucci

Il 3 maggio è stata la Giornata internazionale della libertà di stampa e, come ogni anno, Repoter senza frontiere (Rfs) ha pubblicato il suo rapporto in cui classifica i Paesi in base al livello di libertà garantito ai giornalisti, evidenziando quelli dove l’attività è soggetta a restrizioni e censure. Per l’Italia non ci sono buone notizie: nel 2024 è scesa di cinque posizioni e attualmente si trova al 46esimo posto, su 180.

Nel report, l’Italia viene presa come esempio dei Paesi che “stanno orchestrando un’acquisizione dell’ecosistema mediatico attraverso l’acquisizione privata di media da parte di uomini d’affari vicini al governo“, perché “un membro della maggioranza sta cercando di acquisire la seconda più grande agenzia di stampa”. Il riferimento è al tentativo in atto del deputato leghista Antonio Angelucci di acquistare l’Agi.

Dei cinque indicatori utilizzati per stilare la classifica (economico, legislativo, politico, securitario, sociale) emerge che a subire il calo maggiore nel 2024 è stato quello politico, con una diminuzione globale di 7,6 punti. Ciò sottolinea una diminuzione della capacità di garantire la libertà di stampa da parte delle autorità governative. Secondo Rfs nel 2024 si è registrata una “chiara mancanza di volontà politica da parte della comunità internazionale di far rispettare i principi di tutela dei giornalisti”.

I primi cinque paesi della classifica sulla libertà di stampa li troviamo in Europa: al primo posto c’è la Norvegia, seguita da Danimarca e Svezia, Olanda e Finlandia. Nell’Unione Europea i tre paesi più in basso alla classifica sono l’Ungheria (67esimo posto), Malta (73) e la Grecia (88). In fondo alla classifica si trovano l’Afghanistan, la Siria e l’Eritrea. Anche negli Stati Uniti dopo l’aumento del 2020 la libertà di stampa ora sta diminuendo: nell’ultimo anno sono scesi al 55esimo posto, mentre nel 2023 erano al 45esimo.

1 thought on “Libertà di stampa, l’Italia nel 2024 perde cinque posizioni per il caso Angelucci

  1. confermo, prima c’era la libertà di dire quello che voleva il regime, ora si mette il bavaglio a chi ha perso le elezioni perché dicono solo sciocchiezze e luoghi comuni

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