Così Meloni ha aperto i consultori agli anti-abortisti

Il Senato ha recentemente approvato una norma che consente alle Regioni di coinvolgere il terzo settore nel supporto alla maternitàall’interno dei consultori. Questa disposizione è stata inserita nel decreto Pnrr, che ha ottenuto il voto di fiducia.

Tra le varie disposizioni contenute nel decreto, vi era anche un emendamento sull’aborto, che ha generato dibattiti intensi. Il Senato ha dato il via libera al provvedimento con una votazione di 95 favorevoli, 68 contrari e un astenuto. Questo voto include anche la fiducia sull’intero provvedimento, il quale era già stato approvato dalla Camera dei deputati in prima lettura e ora diventerà legge. L’approvazione del Senato preclude la possibilità di presentare ulteriori ordini del giorno; di conseguenza, non si terrà la votazione presentata da Pd e M5s relativi al diritto all’aborto.

In un passaggio che va oltre quanto previsto dalla legge sull’interruzione di gravidanza, la 194, si introduce la possibilità per i consultori di stipulare convenzioni conidonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche fornire supporto alla maternità difficile dopo la nascita”. Tale articolo ha suscitato reazioni indignate, comprese quelle di Pd e il Movimento5 Stelle, così come da parte di sindacati, come la Cgil, che ieri ha manifestato davanti al Senato in segno di protesta contro questa misura, oltre che da professionisti e associazioni.

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4 thoughts on “Così Meloni ha aperto i consultori agli anti-abortisti

    1. Ma i sinistri non capiscono anzi non vogliono capire devono sempre rompere i c….. i si attaccano ad ogni argomento . Che noia che skifo hanno proprio deciso di estinguersi

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