Israele-Iran, una guerra ombra che ora rischia di esplodere

La guerra ombra tra Israele e Iran è a un passo dall’entrare in una nuova fase. L’attacco a un edificio vicino all’ambasciata di Teheran a Damasco, di cui è accusato l’esercito di Tel Aviv, segna infatti un’ulteriore escalation della guerra tra lo Stato ebraico e Hamas al di fuori dai confini della Striscia di Gaza. E trascina il Medio Oriente a un passo dal baratro.

Quello del primo aprile – in cui hanno perso la vita Mohammed Reza Zahedi, uno dei massimi comandanti delle Guardie della Rivoluzione, e il comandante Mohammad Hadi Haji Rahimi – è solo l’ultimo e il più grave di una serie di attacchi sferrati da Israele in Siria contro il Corpo delle guardie della Rivoluzione iraniane e il gruppo libanese Hezbollah.

Finora, nonostante le minacce, la risposta di Teheran e di Hezbollah si è limitata a scontri a bassa intensità lungo il confine meridionale di Israele. Il raid di lunedì però potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso. Tecnicamente, infatti, l’ambasciata è territorio iraniano e Zahedi l’obiettivo di più alto profilo da quando, nel gennaio 2020, l’allora presidente Usa Donald Trump ordinò l’uccisione dello storico generale dei pasdaran Qassem Soleimani a Baghdad.

Difficile che ora il leader supremo iraniano Ali Khamenei se ne stia con le mani in mano. Davanti a una provocazione del genere la Forza Quds, i reparti speciali dei Pasdaran, “avrà sempre più difficoltà a giustificare la sua indecisione davanti agli alleati regionali dell’Iran”, ha fatto notare su X Mohammad Ali Shabani, analista e direttore della rivista Amwaj.media. Ed è difficile immaginare una risposta iraniana che non coinvolga il più potente alleato militare di Teheran, ossia Hezbollah, dall’8 ottobre impegnato in combattimenti contro le forze israeliane. La decennale guerra carsica tra Tel Aviv e Teheran rischia quindi di riesplodere.

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