Cinque regioni in zona rossa nella mappa europea dei contagi

Sicilia, Sardegna, Toscana, Marche e di recente anche la Calabria: sono cinque le regioni italiane in zona rossa nella mappa del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.

La mappa dell’Ecdc monitora ogni quattordici giorni le zone con maggiore incidenza dei contagi da Covid: la zona rossa del Centro europeo scatta a fronte di un numero di contagi dai 75 ai 200 casi ogni 100mila abitanti e con un tasso di positività superiore al 4%. In Italia tutte le regioni sono in giallo, ad eccezione di Sicilia, Sardegna, Toscana, Marche e Calabria in rosso, mentre il Molise e la Provincia autonoma di Bolzano sono considerate zone verdi. 

Ovviamente la mappa europea dell’Ecdc ha una semplice funzione esplicativa e il passaggio di una regione da una zona all’altra non ha effetti sulle eventuali misure anti-contagio adottate dai governi nazionali.

9 thoughts on “Cinque regioni in zona rossa nella mappa europea dei contagi

  1. Totali Ungheria 12/08/21
    Casi totali
    810.000
    +86
    Guarigioni
    nessuna

    Decessi

    30.037
    L’Ungheria ha meno di 10 milioni di abitanti
    quindi in percentuale ha più vittime.

  2. E la percentuale di vaccinati in queste regioni?
    Ah già ma sicuramente i tamponi per vedere i contagi li hanno fatti solo ai turisti, magari solo esteri. Vabbè. 😆😆😊

  3. 1)– il vaccino viene somministrato senza un’accurata valutazione clinica pre-vaccinale. Tutti dovrebbero fare il tampone prima del vaccino (e non viene fatto). E’ ben noto che se un soggetto ha l’infezione in corso, non deve essere vaccinato.

    2)– anche se il tampone è negativo, si dovrebbe fare il test sierologico per valutare la presenza di anticorpi specifici, per pregressa infezione, a titolo protettivo (circa 1/30). Anche in questo caso, non si dovrebbe somministrare il vaccino ma monitorare il soggetto nel tempo ed effettuare eventualmente una somministrazione se il titolo anticorpale decresce.

    3)– anamnesi allergologica: chi ha avuto reazioni allergiche a farmaci o a precedenti vaccini dovrebbe essere escluso dalla somministrazione e monitorato con tamponi e test sierologici.
    4)– Il consenso informato permette la somministrazione del vaccino nella consapevolezza anche di reazioni letali senza rivalsa nei confronti della Pfizer o dell’azienda sanitaria che lo somministra (scudo penale). In questi termini mi sembra di percepire una scaltra strategia per aggirare una palese violazione del codice di Norimberga.

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