Il giallo di Kate e le crepe nella narrazione della Royal Family

Da tempo la monarchia inglese ha smesso di essere un’istituzione del Paese, se pur sempre più relegata a un ruolo di rappresentanza, per diventare una multinazionale dell’intrattenimento. La metamorfosi, compiutamente avvenuta con la rocambolesca morte di Diana Spencer nel tunnel parigino dell’Alma, ha imposto un nuovo punto di vista che si sarebbe perpetuato nel tempo.

La scomparsa di Elisabetta II ha definitivamente sepolto quel legame con la storia che, complice anche una guerra di eroica resistenza, aveva contribuito a creare il mito della Royal Family felicemente connaturato in quella che resta una delle democrazie tra le più antiche e consolidate.

La vicenda, per certi versi incredibile – e proprio nel senso di non credibile – della foto taroccata della principessa del Galles che per la festa della mamma si fa ritrarre sorridente in compagnia dei figli, se segna un ulteriore punto di rottura nella sempre più labile empatia tra sudditi e Corona, è un’imperdibile occasione per alimentare la planetaria macchina del gossip che ha reso le peripezie della famiglia regnante una lucrosa industria mediatica. Che si dipana essenzialmente di due componenti: il resoconto neutro ma sempre patinato che lustra e illustra la favola dei Windsor, dove la semplice rappresentazione rende anche l’ordinario straordinario; la forsennata dietrologia che  ne costituisce la perfetta antitesi, ovvero la demolizione sistematica e reiterata di ogni forma di incanto.

La prima ha una funzione tranquillizzante, la seconda, che a cavallo del secolo breve ha finito per prevalere, perturbante. E se con Elisabetta la smitizzazione si limitava allo sporadico racconto dei siparietti di un inappuntabile marito gaffeur, con i figli e ora i figli dei figli il torbido controcanto è assurto a compulsivo spiattellamento dell’altra faccia della medaglia. Per cui tutto ciò che riguarda la Royal Family viene letto in controluce, così come necessariamente impongono le regole dello showbiz, malattie comprese.

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