Abbiamo i medici più anziani d’Europa

Alla fine di gennaio, l’ISTAT ha pubblicato una nota contenente dati significativi sull’andamento della formazione e delle assunzioni di nuovi medici, e più in generale sull’offerta del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Ormai si tratta di un argomento oggetto di discussione da almeno due decenni, principalmente a causa dei problemi derivanti dalla cattiva pianificazione da parte dei governi succedutisi negli ultimi anni. In Italia, la carenza di medici è un problema rilevante, con un’età media dei professionisti molto elevata, la più alta in Europa.

La formazione dei medici è un percorso lungo. Il corso di laurea in medicina e chirurgia ha una durata di sei anni, dopo i quali gli studenti diventano medici a tutti gli effetti. Tuttavia, per praticare la professione all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, ad esempio negli ospedali, è necessario specializzarsi. I medici interessati devono partecipare a concorsi nazionali e, se selezionati, seguire corsi di specializzazione della durata di tre o cinque anni, a seconda della disciplina scelta.

Il numero di studenti iscritti al corso di laurea in medicina e il numero di borse di studio messe a disposizione ogni anno determinano la futura forza lavoro medica. Una pianificazione ottimale dovrebbe considerare diversi fattori, come il numero di professionisti prossimi al pensionamento, le esigenze dei servizi ospedalieri, il tasso di abbandono degli studi medici e il movimento dei medici dal settore pubblico a quello privato.

In passato, l’Italia ha sperimentato periodi in cui sono stati formati più medici di quanti fossero necessari, così come periodi di riduzione delle risorse destinate alla sanità, come accaduto tra il 2010 e il 2020. La mancanza di una pianificazione precisa ha portato a un fenomeno noto come “imbuto formativo“: il numero di borse di studio per le specializzazioni non era sufficiente a garantire un posto per tutti i laureati. Tuttavia, dopo la pandemia, sono state messe a disposizione più borse di studio, portando ora a un eccesso di posti disponibili rispetto al numero di laureati in medicina, stimati circa 13.000 all’anno. Nel 2023, oltre un quarto delle borse di studio per la specializzazione non è stato assegnato a causa della mancanza di candidati.

Questa discrepanza si riflette nell’età dei medici in Italia. Secondo i dati più recenti dell’ISTAT, nel 2021 il 55% dei medici italiani aveva almeno 55 anni, mentre in Francia questa percentuale era del 44,5%, in Germania del 44,1% e in Spagna del 32,7%. Per quanto riguarda i medici specialisti assunti nel sistema sanitario pubblico e privato, nel 2022 l’età media era di 53,7 anni. In molte specializzazioni, più della metà degli specialisti ha più di 54 anni, con percentuali ancora più elevate in discipline come cardiologia, ginecologia, internistica, psichiatria e soprattutto chirurgia.

Negli ultimi 10 anni, si è osservato un significativo invecchiamento in diverse specializzazioni: ad esempio, la quota di medici con più di 54 anni è passata dal 26% al 41,8% in medicina d’urgenza, dal 23,7% al 32,8% in oncologia e dal 32,8% al 45,2% in geriatria. L’invecchiamento della forza lavoro medica è considerato una criticità per il sistema sanitario italiano, specialmente considerando il previsto aumento della domanda di cure dovuto all’invecchiamento della popolazione.

Nonostante l’età media elevata, la carenza di medici ha spinto il governo italiano a estendere l’età massima di lavoro nel Servizio Sanitario Nazionale a 72 anni, rispetto ai 70 anni previsti inizialmente. Tuttavia, coloro che scelgono di prolungare la loro permanenza nel servizio sanitario non possono mantenere o assumere incarichi dirigenziali. Questa regola non si applica ai primari. Tale misura è stata introdotta attraverso un emendamento al decreto Milleproroghe per mitigare le conseguenze dei previsti 40.000 pensionamenti nei prossimi due anni.

3 thoughts on “Abbiamo i medici più anziani d’Europa

  1. È pazzesco! C’è carenza di medici oltretutto anziani il che vuol dire prossimi alla pensione e conosco giovani che voglio iscriversi all’università in medicina e non possono perché c’è il numero chiuso. Povera italia 😡😡😡

  2. Avere il numero chiuso all’ingresso alla facoltà di medicina avendo carenza cronica di medici e’ in assoluto la dimostrazione lampante di quante teste di ***** vi siano al ministero della salute e a quello dell’istruzione .

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