Il cambiamento climatico sconvolge anche i ‘giorni della merla’

Le temperature record nei giorni della merla sconvolgono la natura, dopo un 2023 che ha fatto registrare la caduta del 14% di precipitazioni in meno ed una temperatura superiore di 1,14 gradi rispetto alla media storica del periodo 1991-2020. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Isac Cnr, che evidenzia che con i cambiamenti climatici vengono smentiti addirittura gli antichi proverbi sui giorni della merla’.

L’associazione si dice preoccupata anche per la siccità, con la scarsità di neve in diversi settori dell’arco alpino e su gran parte della dorsale appenninica e una situazione di stress idrico che cresce ma mano che si scende verso Sud con apice nelle isole, che non è certo normale nel mese di gennaio. Negli invasi della regione Sardegna il primo gennaio c’era un quinto di acqua in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre in quelli della Sicilia a gennaio 2024 sono inferiori di ben 63 milioni di metri cubi, -13%, rispetto all’anno precedente. Per la scarsità di pioggia, precisa Coldiretti, c’è carenza di fieno nei pascoli e difficoltà allo sviluppo ortaggi, ma sono segnalate difficoltà per le arance o le insalate che non riescono a crescere adeguatamente per la carenza di acqua.

Le alte temperature, continua la Coldiretti, mandano la natura in tilt e favoriscono in tutte le piante il risveglio anticipato anche con fioriture fuori stagione, come per le mimose in anticipo di un mese rispetto alla data dell’8 marzo, con il pericolo di esporre le coltivazioni ai danni di un prevedibile, successivo, forte abbassamento delle temperature, con la conseguente perdita dei raccolti. Ma con il caldo, aggiunge la Coldiretti, le popolazioni di insetti dannosi per le colture sopravvivono per attaccare successivamente i raccolti nella prossima primavera.

L’inizio del 2024 conferma la tendenza al surriscaldamento anche in Italia. Lo scorso anno è stato il più bollente mai registrato. E la classifica degli anni più roventi da oltre due secoli si concentra nell’ultimo decennio e comprende, nell’ordine, dopo il 2023, il 2022, il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020, secondo le elaborazioni Coldiretti.

Inoltre, il cambiamento climatico è stato accompagnato da una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal freddo al caldo, con sbalzi termici significativi. L’agricoltura, conclude la Coldiretti, è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, con i danni provocati dal maltempo e dalla siccità che hanno superato i 6 miliardi di euro lo scorso anno.

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