Qualità dell’aria, Milano riesce a fare peggio di Pechino

Milano peggio di Pechino, almeno per quanto riguarda l’aria che sono costretti a respirare i suoi abitanti. Il valore dell’air quality index(AQI), infatti, nella mattina del 22 gennaio ha toccato quota 155, mentre la capitale cinese – tristemente famosa per la sua cappa di smog – è rimasta sotto a 30. Per la cronaca, un valore numerico di AQI uguale a 100 corrisponde ai limiti e obiettivi di qualità dell’aria definiti per la protezione della salute umana sui brevi periodi temporali (medie giornaliere o orarie). Oltre il valore di 150, l’aria viene considerata malsana.

Cosa è l’air quality index: l’air quality index (AQI) è un indicatore che permette di fornire una stima immediata e sintetica sullo stato dell’aria, in base alle concentrazioni misurate, stimate o previste di una serie di inquinanti: biossido di zolfo, biossido di azoto, ossidi di azoto, monossido di carbonio, particolato, benzene e ozono. L’indice di qualità dell’aria va da 0 a 500. Ovviamente quando si avvicina al limite superiore, è presente un inquinamento pericoloso. Una buona qualità dell’aria va invece da 0 a 50. Idealmente questo valore dovrebbe rimanere sotto quota 100. E quando supera 150 indica un inquinamento atmosferico già malsano.

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