Israele, italopalestinese in carcere da un mese senza accuse

A quasi un mese dall’arresto di Khaled El-Qaisi, studente universitario italo-palestinese di 23 anni fermato il 31 agosto dalla polizia israeliana, la rappresentante campagne di Amnesty International, Tina Marinari, si dicemolto preoccupata”.

In una intervista con l’agenzia Dire a margine di una conferenza alla Stampa estera qualche giorno da a Roma, l’attivista riferisce che in carcere El-Qaisiha subito diverse forme di maltrattamento, tra cui la privazione del sonno, la costrizione a tenere posizioni scomode e minacce verbali. Questo non fa che rendere allarmante una situazione già difficile. Ad oggi ancora non abbiamo capi d’accusa né dichiarazioni della magistratura. Sappiamo solo che è stato privato dei diritti fondamentali ed è tenuto in detenzione arbitraria ai sensi del diritto internazionale. Ora aspettiamo il prossimo 1 ottobre, quando ci sarà la prima udienza. Speriamo verranno formalizzate le accuse, oppure, ed è ciò che auspichiamo tutti, sia deciso il rilascio per mancanza di prove”.

Marinari continua: “Amnesty torna a chiedere al governo italiano di intervenire. Deve chiedere il rispetto del diritto internazionale, il giusto processo e lo stop alla detenzione arbitraria senza giusto processo, che è inaccettabile in Italia, in Europa e anche in Israele”. L’attivista avverte che “il caso di Khaled non è isolato. Ci sono almeno 5mila palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, di cui almeno 1.260 senza accusa e senza processo nella forma della cosiddetta detenzione amministrativa, così diffusamente usata da Israele per mettere a tacere la popolazione palestinese”.

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