Il 21 marzo 2013 moriva Pietro Mennea

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Il 21 marzo 2013 moriva Pietro Mennea. Grazie alla sua caparbietà e ad allenamenti durissimi ottenne risultati straordinari, tra cui un oro alle Olimpiadi e un record mondiale durato 17 anni, un’eternità nell’atletica. “La Freccia del Sud” unico duecentista della storia capace di qualificarsi per quattro finali olimpiche consecutive, ci lasciava esattamente 10 anni fa.

Nato a Barletta il 28 giugno 1952, per rincorrere i suoi sogni Pietro Mennea si era trasferito a Formia, dove era cresciuto grazie agli allenamenti di Carlo Vittori. Dopo essersi messo in luce a 19 anni con il sesto posto sui 200 m ai Campionati Europei di Helsinki 1971, l’anno successivo aveva centrato la finale olimpica a Monaco: in Baviera un eccezionale bronzo, dietro al sovietico Valerij Borzov e allo statunitense Larry Black. A questa sarebbero seguite altre tre finali olimpiche consecutive nella stessa specialità, nessuno come lui.

Oro europeo sui 100 m nel 1974, Mennea decise di saltare i Giochi di Montreal, per poi invece prendere parte alle Olimpiadi a furor di popolo: di nuovo in finale finì però quarto ai piedi del podio. Dopo la doppietta nei 100 e nei 200 m ancora gli Europei nel 1978, l’anno successivo Mennea prese parte alle Universiadi che si disputavano sulla pista di Città del Messico: qui vinse i 200 metri piani stabilendo il nuovo record mondiale di 19″72. Un primato che sarebbe resistito per quasi 17 anni, ovvero fino ai trials statunitensi per i Giochi olimpici del 1996, quando Michael Johnson fermò il cronometro sul tempo di 19″66.

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