La politica litiga su Zelensky a Sanremo
“Fui molto contento quando il presidente Fico invitò il presidente Zelensky alla Camera. Non credo però che ora sia così necessario avere Zelensky in un contesto così leggero, come quello di Sanremo“. Così il presidente M5s Giuseppe Conte dopo l’incontro avuto con la ministra per le riforme istituzionali Elisabetta Casellati. E niente, sulla possibilità che il presidente ucraino sia ospite in una serata del festival di Sanremo sta parlando mezza Italia, da ieri anche e soprattutto il mondo politico.
In tanti hanno detto ‘no’, a partire da Matteo Salvini (che ha aperto ieri le danze mandando a dire “Se ho tempo vedrò le canzoni, non Zelensky“). A lui si sono aggiunti oggi Conte, appunto, e pure Carlo Calenda, che considera “un errore combinare un evento musicale con il messaggio del presidente di un paese in guerra”. Anche Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria Pd, ha detto ‘no’: “È una guerra. La gente muore. La Rai vuole dare voce al presidente di un paese invaso che si difende? Mandi in onda un messaggio del presidente dell’Ucraina alle 20.30 di una sera a reti unificate. Ma non confondiamo la tragedia con l’audience. Per pietà”.
Ci sono stati però nel frattempo anche diversi sostenitori del ‘sì’ (nel senso di dare spazio all’aggredito). A favore del sì si sono espressi oggi, tra gli altri, il sindaco di Firenze Dario Nardella (“È un gesto di solidarietà al popolo ucraino”), Giovanni Toti(“Il palco di Sanremo giù usato per lanciare messaggi positivi”), Benedetto Della Vedova di +Europa (“è un modo per essere vicini agli ucraini che difendono la loro libertà e loro scelta europea”) e Alessandra Moretti del Pd (“è giusto che tale palcoscenico sia utilizzato anche per dare voce a chi sta lottando per il proprio popolo”). Per il sì anche Pierferdinando Casiniche ha dichiarato: “Chiediamoci chi è che polemizza: non il Pd, quantomeno in gran parte, ma Salvini e tutti quei versanti di sovranismo nazionale che stanno nella coalizione di maggioranza, ma ci stanno a malincuore”.
Lasciateci respirare per favore lasciate Zelens’kyj al suo paese e preoccupiamoci dei nostri problemi causati dal tipo che volete invitare al festival di Sanremo lui non è l’aggredito è quello che ha causato l’aggressione
Difendersi è un dovere, quando si è aggrediti. La guerra non è MAI la soluzione e la dittatura di Putin è da sterminare, nessuno al mondo è di nessuno. Dare voce a Zelesky a San Remo non è una brutta cosa, proprio perché più di mezza Italia sarà davanti allo schermo. Non voltiamoci dall’altra parte. Non facciamo gli ipocriti che ogni anno ricordiamo lo sterminio, piangiamo i morti ma non salviamo i vivi.
Ma perché? La dittatura americana e forse diversa? A Bhe si quella è accettata da tutta l’Europa
Ma chi è che guarda ancora Sanremo ?
Speriamo che non ci permettono anche questo vergogna
È vero che Italia e fatta di tanti criminali
Ma anche un carnefice NO grazie
Non è il giusto contesto
Il Festival è un evento musicale, la guerra in Ucraina è politica estera. Sono due argomenti differenti che, a parer mio, dovrebbero rimanere separati. Chi guarda il Festival vorrebbe leggerezza, appesantirlo con questo argomento anche no
A Cannes si a Venezia si ma a Sanremo no …
Io sono dalla parte degli aggrediti ma non facciamo spettacolo ne pubblicità
Ma porta anche i carri armati o viene da solo? E pensare che ci obbligano anche a pagare il canone per sostenere ste pagliacciate
No grazie
Intromissione arrogante del buffone di Kiev per propagandare le sue ragioni e oscurando i suoi infiniti errori che hanno portato l’Ucraina e l’Europa alla situazione odierna.