Inscenano il rapimento, ma l’Isis li cattura davvero

Avevano finto di essere stati rapiti dall’Isis per chiedere un riscatto allo Stato italiano. Il problema è che poi sono stati rapiti davvero. E’ la storia assurda di Alessandro Sandrini e Sergio Zanotti, piccoli imprenditori bresciani, finiti nelle mani dei veri jihadisti per tre anni.

La procura di Roma ha arrestato per sequestro a scopo di terrorismo l’italiano Alberto Zanini e due albanesi Fredi Frrokaj e Olsi Mitraj. I tre hanno organizzato il complotto servendosi di complici in Italia, Turchia e Siria. 

Secondo gli accordi, Sandrini e Zanotti (in tempi diversi) si sarebbero recati in Turchia e avrebbero poi finto di essere stati rapiti. Ma il trio li ha poi venduti a veri jihadisti che li hanno tenuti prigionieri.

L’obiettivo era incassare i soldi che lo Stato italiano paga per ottenere la liberazione dei connazionali. Per questo, Zanini, Frrokaj e Mitraj avevano già previsto la consegna degli ostaggi ai jihadisti di due formazioni diverse. La prima è il Turkestan Islamic Part: una formazione composta in maggioranza da uiguri, che aveva combattuto con Osama Bin Laden in Afghanistan. La seconda è Jund Al Aqsa, una compagine vicina ad Al Qaeda, ma che ha realizzato azioni assieme all’Isis.

6 thoughts on “Inscenano il rapimento, ma l’Isis li cattura davvero

  1. Normale, sapendo che l’Italia è l’unico paese al mondo che paga i riscatti..
    Se si dichiaravano convertiti all’Islam non facevano neppure le indagini…
    E ai due scemi gli è andata male..

Lascia un commento