Un esame del sangue coglie il rischio di sviluppare il Long Covid

C’è chi ha avuto qualche piccolo sintomo, tipico dell’influenza. E chi invece è stato molto male, e anche senza finire in terapia intensiva si è portato dietro gli strascichi della malattia per molto tempo, infilandosi in una specie di incubo. Il coronavirus colpisce in maniera diversa, lo abbiamo capito in questi quasi tre anni di pandemia. Ma c’è un modo per prevedere chi ha maggiori possibilità di sviluppare la forma che lascia sul fisico (e sulla mente) effetti a lungo termine, comunemente detta Long Covid?

Secondo un nuovo studio appena pubblicato su eBioMedicine, del gruppo The Lancet, sì. Basta un particolare esame del sangue, da fare appena subito dopo essere risultati positivi. La ricerca finora è stata sviluppata su piccola scala, e sarà dunque necessario fare altre verifiche per confermare il risultato.

Il campione è il plasma di 54 operatori sanitari con Covid, prelevato ogni settimana per 6 settimane nella primavera 2020, confrontandoli con campioni raccolti nello stesso periodo su 102 sanitari che non erano stati contagiati da Sars-CoV-2. Sono state così riscontrate concentrazioni anomale, parecchio elevate, per 12 proteine su 91 di quelle analizzate, in corrispondenza dei casi più gravi. Il team ha poi osservato che i livelli fuori dalla norma di 20 proteine erano predittivi di disturbi che rimanevano anche a un anno dal contagio. La maggior parte di queste proteine “spia” era legata a meccanismi anticoagulanti e antinfiammatori.

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