I russi in fuga stanno cambiando l’economia dell’Armenia

Fin dai primi giorni della guerra in Ucraina si è verificata una fuga di cittadini russi dalla Federazione. Una sorta di piccola marea, che si è trasformata in ondate da quando Vladimir Putin ha annunciato la mobilitazione parziale: sempre più uomini in età militare, spaventati dalla possibilità di essere arruolati, si sono diretti verso l’estero, optando per i Paesi per i quali non è richiesto alcun visto. Tra essi l’Armenia: i voli per Erevan sono andati esauriti nel giro di poche ore dalla firma del decreto presidenziale. Ebbene, il flusso di russi approdati nella capitale e nelle altre città sta rapidamente cambiando l’economia della repubblica del Caucaso.

Tanti russi sono atterrati in Armenia, almeno ufficialmente, per trascorrervi le vacanze e poi ci sono rimasti. E l’attuale esodo sembra destinato a far impallidire quello che ha avuto luogo all’inizio della guerra in Ucraina, quando a decine di migliaia sono fuggiti dalla Russia per paura della possibile introduzione della legge marziale, della repressione politica, dei problemi economici e dell’isolamento internazionale. Con una popolazione di circa 3 milioni, l’Armenia sta già vivendo i primi effetti della grande fuga dei russi. I nuovi arrivati, perlopiù appartenenti alla parte media e stabilitisi nei centri urbani del Paese, hanno provocato l’impennata dei prezzi delle case e dell’inflazione, dando vita però al tempo stesso a un mini boom economico.

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