Cinque cose che ci ha insegnato Piero Angela

Ieri si è spento all’età di 93 anni Piero Angela, giornalista, saggista, conduttore e, più semplicemente, il più grande divulgatore scientifico nella storia della televisione italiana.

Alla notizia della scomparsa, in molti l’hanno omaggiato, ricordando i suoi innumerevoli contribuiti per la promozione della cultura e della scienza nel nostro Paese. Un “intellettuale raffinato, giornalista e scrittore che ha segnato in misura indimenticabile la storia della televisione in Italia, avvicinando fasce sempre più ampie di pubblico al mondo della cultura e della scienza, promuovendone la diffusione in modo autorevole e coinvolgente” lo ha definito il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, esprimendo in una nota “le mie condoglianze più sentite e la mia vicinanza alla sua famiglia, sottolineando che scompare un grande italiano cui la Repubblica è riconoscente”.

Ecco cinque frasi per ricordare Piero Angela:

Il futuro non esiste, non è scritto da nessuna parte. Lo prepariamo e lo decidiamo noi, con i nostri comportamenti. I futuri possibili sono tanti e molti dipendono dal modo in cui ci comportiamo. Per comportarci in modo corretto ci dobbiamo informare”. (3-6-2021, intervista a Fanpage.it).

“Io uso un piccolo aforisma: ‘La scienza è quello che si sa, non è quello che non si sa’. Può far sorridere, ma è importante. La scienza è intersoggettiva, le opinioni non contano. Mi spiego, le opinioni sono utili per fare scienza, ma poi vanno dimostrate. I vaccini sono stati sottoposti a trial lunghi e complessi, e quello che esce dai trial non è un’opinione”. (9-8-2021, intervista a Il Giornale).

Per un genitore è importante capire che suo figlio, più ancora che un ingegnere o un medico, deve saper diventare un uomo. Questa costruzione comincia sin dall’inizio, stimolando nei piccoli la curiosità, l’interesse, il ragionamento, l’immaginazione. Non bisogna quindi confondere il bersaglio: non si tratta di insegnare al bambino delle cose, ma insegnare a imparare attraverso le cose.“ (‘Da zero a tre anni‘, 2000).

Crediamo di essere liberi, mentre la biologia ci dimostra che siamo delle macchine chimiche completamente condizionate dai cromosomi e dall’ambiente che ci circonda. […] Le nostre idee e il nostro comportamento non sono affatto scelti liberamente, ma sono il risultato di un’azione combinata dell’eredità e dell’ambiente. Quanto alle dittature (e alle ideologie), esse non hanno bisogno di ricorrere ai farmaci o agli elettrodi per provocare cambiamenti biochimici e cerebrali: sono sufficienti i discorsi e la propaganda. La biologia mostra infatti che la parola e il farmaco hanno un’azione sostanzialmente simile nel cervello: entrambi inducono cambiamenti biochimici e molecolari nell’organizzazione cerebrale”. (‘L’uomo e la marionetta’, 1972).

“Ho cercato di raccontare quello che ho imparato. Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio”. (Lettera postuma).

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