Il turismo accessibile, tra diritti e opportunità

Il tema dell’accessibilità turistica interessa in Italia circa 10 milioni di persone con access needs, esigenze di accessibilità. […] Il termine si riferisce sia alle persone con disabilità, ma anche, per esempio, a quelle con intolleranze alimentari, agli anziani o alle famiglie con bambini piccoli.

Per queste tipologie di clienti l’ospitalità non è scontata. L’unico criterio di riferimento attualmente in uso per valutare l’accessibilità di una struttura ricettiva è infatti la normativa sull’abbattimento delle barriere architettoniche nell’edilizia privata (L 13/89 e DM 236/89), ma non basta.

“Oggi ci sono circa 33mila alberghi, 195mila strutture extra-alberghiere, 2000-2500 campeggi”, spiega aTag43 Roberto Vitali, ceo di Village for all–V4A, il primo portale dedicato all’ospitalità accessibile. “Da un punto di vista normativo tutte le strutture sono accessibili, ma solo perché dichiarano di esserlo”. […]

Oggi il modello di riferimento della disabilità è la carrozzina, continua Vitali, nemmeno la disabilità motoria. “Questo modello non è efficiente, né efficace nel rispondere alle esigenze delle persone. Il modello di accessibilità, tra l’altro, non è univoco: bisogna considerare anche le esigenze delle persone con disabilità sensoriali, cognitive e relazionali”. […]

Secondo i dati dell’Osservatorio Avanguardie del turismo Isnart-Unioncamere (2019), su una media di 76,1 stanze per struttura alberghiera, solo 3,58 camere accessibili.

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