Quarant’anni fa diventavamo tre volte “campioni del mondo”

“Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo”. Le parole di esultanza del telecronista Nando Martellini al termine di Italia-Germania Ovest, 3-1 al Santiago Bernabeu di Madrid nella finale dei Mondiali di calcio di Spagna 1982, sono ancora impresse nella mente di milioni di tifosi italiani. Anche a distanza di quarant’anni esatti da quel 11 luglio.

Un insuperabile Zoff tra i pali, protetto da Scirea, Gentile e Collovati, con Bergomi e Cabrini sugli esterni; a centrocampo le geometrie e il dinamismo di Conti, Tardelli e Oriali; davanti il senso del gol di ‘Pablito’ Rossi e la generosità di Graziani, cui dopo sette minuti, causa infortunio, subentrerà la classe di ‘Spillo’ Altobelli (che nel finale farà spazio a Causio): tutti, ancora oggi, ricordano chi giocò quella finale, sapientemente orchestrata dalla panchina dal ‘Vecio’, mister Enzo Bearzot.

Meno ci si ricorda del clima attorno alla Nazionale in quei Campionati del mondo, tra silenzi stampa e tensioni, delle partite di qualificazione non certo esaltanti, l’eco delle delusioni dei Mondiali di Argentina 1978 e degli Europei del ’80 e, soprattutto, dello “scandalo scommesse”, costato due anni di squalifica proprio a quel Paolo Rossi che, alla viglia di Spagna ’82, aveva voluto solo Bearzot, mai amato da stampa e tifosi prima di quella rassegna.

Le braccia alzate di Rossi dopo l’ennesimo gol di rapina, l’urlo di Tardelli o il “non ci prendono più” del presidente Pertini dopo il terzo gol di Altobelli, quella che probabilmente è la più famosa partita a briscola della storia, oppure le vittorie nella fase a gironi contro l’Argentina di Maradona e il Brasile di Falcao: qual è il più bel ricordo che avete degli Azzurri ai Mondiali di Spagna 1982?

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