L’Isis non è ancora stato sconfitto

+++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++ L'Isis ha lanciato una serie di attacchi suicidi contro la raffineria Baiji, la più grande dell'Iraq, a nord di Baghdad, 12 aprile 2015. ANSA

29 giugno 2014, dalla Grande Moschea di al Nouri a Mosul, Abu Bakr al-Baghdadi proclama la nascita dello Stato Islamico.

Tre anni dopo, con l’avanzata della coalizione anti Isis, Daesh ha distrutto tutto dietro di sé, Moschea e minareto compresi.

La Moschea risale al 12º secolo, e ad oggi è ancora distrutta. C’è un grande progetto di ricostruzione finanziato dagli Emirati Arabi Uniti per la cifra di 50 milioni di dollari ed andato ad uno studio di architettura egiziano, che però fa storcere il naso ai cittadini e agli architetti iracheni, i quali chiedono l’aiuto dell’Unesco e del governo.

La motivazione? Il progetto sembra troppo ricordare le palme e le costruzioni del Paese del Golfo e non l’antica architettura della regione mesopotamica. In un Paese che ha dato i natali all’architetto Rifat Chadirji, alla designer Zaha Hadid, che ha commissionato palazzi a Le Corbusier e Frank Lloyd Wright, questo sembra il secondo schiaffo ad una cultura che è stata già ferita una volta.

Ad oggi Daesh non è ancora stato sconfitto, la plenaria della coalizione anti Isis tenutasi a fine giugno a Roma ha ribadito quanto ancora c’è da fare per annientare gli oltre 10mila miliziani sparsi fra Medioriente e Africa.

Carola Mantini

Divulgatrice ed esperta di geopolitica e Medioriente, che potrete leggere anche su iNews

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